Signore e Signori
il giorno che tanto aspettavamo è arrivato
sarà un furente giorno
come i nostri occhi ad ogni sottrazione
v’è solo un’indecisione
da dove cominciare
dal sole forse che non è più sorridente
come nei fogli dei quaderni delle elementari
potrebbe star bene altro
facciamo che s’inizia dai ricordi degli zaini slacciati all’uscita da scuola
poi i biglietti “mi ami si, no”
non mi fermo qui
adesso voglio indietro un pensiero
uno per ogni giorno che è stato lontano da me
voglio i baci che non mi hai mai dato
e almeno due tradimenti che troppi fanno male
rivoglio le passeggiate con mio nonno
e quelle con mio nipote
rivoglio tutte le lacrime che ho versato
perché quelle non le meritate
esseri aridi
deserti silenziosi
vigliacchi dallo sguardo basso
tirate su quelle pupille e guardatemi
questo ormai è solo un uomo
scarico e stanco
senza più paura di chiedervi indietro
tutte quelle cose che ci avete rubato
parlo io per tutti gli altri
mi han detto che si fidano
dunque non fatemi ripetere
rivoglio indietro tutte quelle cose che non ho mai detto
e i profumi e le distanze
e le macchie di sugo sui pantaloni alle cresime dei parenti sconosciuti
e la prima macchina di papà,
scassata,
ma l’invidia babbo non me l’ha insegnata
voglio le mani di mia madre mentre impasta fra gli sbuffi di farina
e quando avrò preso tutto questo
voglio anche la chiave
di quella porta
di quel posto
dove so bene
che nascondete
l’onestà del mondo
forza
poche chiacchiere
non vedete che sto urlando?
Sto finendo l’aria
ma prima di cacciare l’ultimo fiato
devo prendere la chiave
aprire quella stanza
e gridare con lingua di brace
perché tutti sappiano
qual è il posto
Dove tutto è stato preso
E adesso ascoltate:
https://www.youtube.com/watch?v=Lt7wUwz5P2s
Alessandro Sesti
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DIVERSI PERCHÉ UMANI