GIOVENTÙ BRUCIATA: “Wasted” di Kate Tempest – regia Giorgina Pi

 

Fotogrammi in bianco e nero di una serenata rock rotta dal pianto e tre profili densi d’ombra ed’oblio: questa la spettacolare scenografia d’inizio che inaugura il rito. Ted, Charlotte e Danny sono gli “dei” splendidi e laceri di questa cantata malinconica e grigia, superstiti di un’odissea interiore che non ha risparmiato nessuna anima della loro generazione. Sono gli aedi di Wasted di Giorgina Pi, l’adattamento teatrale del testo di Kate Tempest, la rapper e storyteller inglese che,con la sua parola sovversiva e illuminate, glorifica e risveglia le coscienze assopite di una working-class intorpidita dalla rassegnazione.

“Un tema che emerge dalla scrittura della Tempest è quello dell’eternità – legato alla mitologia classica – un’emozione indescrivibile, ma che sono convinta ogni attore sperimenti una volta calcato il palco. Perché il palcoscenico è come un luogo assurdo e incomprensibile in cui non si muore, dove il tempo è sospeso, non esiste, ma è completamente tempo. Perché sei lì, perché porta il rito e una quantità di necessità desideranti. In questo testo ho letto da subito una ferita continuamente lenita dalla poesia, e ho avuto la perfetta sensazione che Tempest riuscisse a raccontare la disperazione perché la illuminava, cosa che sento accada molto raramente”

È così che Giorgina Pi descrive il suo processo creativo e le suggestioni che il testo della rapper britannica le
ha trasmesso con così tanta chiarezza.

Giorgina Pi e Riccardo Duranti durante l’incontro “Antichi/Nuovi/Sprecati. La lingua di Kate Tempest”

La regista italiana ha scelto infatti di portare in scena la traduzione della traduzione di quelle stesse pause, urla silenziate e autocommiserazione contenute nell’originale, per mettere a nudo la cifra umana delle rivolte sentimentali, per offrire alla tenerezza una dimensione performativa tutta sua, per consentire allo smarrimento di dispiegarsi su quelle travi di legno in tutta la sua potenza disgraziata.

 

Le vite dei tre protagonisti parlano di coloro che si sono persi, di quelli intrappolati tragli ingranaggi spietati di una società che non perdona l’indugio e la debolezza, vite che riflettono i nostri di sbagli e che così si dilatano e si moltiplicano come per effetto di un’illusione ottica in una sala di specchi.

È la parola di questi angeli caduti a descrivere l’eterna lotta tra noia e desiderio, la ferita e l’assenza che ci abita dalla nascita, che ci condanna alla speranza eterna e insoddisfatta di avere altro, fare altro ed essere altro da ciò che siamo, miseramente, ogni giorno di questa esistenza carente e imprecisa.

E nella convulsa erranza di anime vagabonde, però, Giorgina Pi trova l’intuizione di convocarci tutti ad abbracciare la nostra responsabilità soggettiva, a scavare nei nostri desideri residui e nelle nostre più intime vocazioni, perché «la nostra morale si impara ancora
dall’esperienza / fatta in queste città così piene di rabbia e di noia e sì – / i nostri colori sono davvero opachi e ingrigiti / ma le nostre battaglie si combattono lo stesso / e siamo ancora mitici: /chiamateci col nostro nome. / Siamo perfetti proprio per le nostre imperfezioni. / Dobbiamo continuare a sperare; / dobbiamo restare pazienti – / perché quando un giorno scaveranno il tempo moderno / troveranno noi: gli Antichi Nuovi di Zecca.»

Francesca Eboli

Wasted
di Kate Tempest
traduzione Riccardo Duranti
uno spettacolo di Bluemotion
ideazione e regia Giorgina Pi
con Sylvia De Fanti, Xhulio Petushi, Gabriele Portoghese

Teatro India, sabato 18 gennaio ore 18.00
Antichi/Nuovi/Sprecati. La lingua di Kate Tempest

Intervengono
Maria Laura Bergamaschi (psicanalista)
Riccardo Duranti (traduttore)
Giorgina Pi (regista)
Teatro di Roma – Teatro Nazionale
in collaborazione con Dominio Pubblico

Foto intestazione © Simone Cecchetti
Foto di scena © Luca Del Pia

Foto incontro © Luca Guido
Video e montaggio © Verdiana Romeo