#YOUNGBOARD: Fondamenta al Teatro India. Professionisti in formazione. Intervista a Francesca Corona

Lo scorso 22 marzo ha avuto inizio Fondamenta, il nuovo esperimento formativo del Teatro di Roma rivolto a professionisti/e della scena. Sette diversi percorsi, ognuno condotto da una figura di alto profilo artistico, volti a portare avanti una ricerca collettiva sui linguaggi dello spettacolo dal vivo, come riportato nel sito stesso del Teatro alla pagina dedicata.
Anche stavolta Dominio Pubblico non si è lasciato sfuggire l’occasione! Grazie al progetto #Youngboard abbiamo avuto la preziosa opportunità di assistere come uditori a cinque dei sette percorsi previsti. Perché? Perché in quanto aspiranti spettatori siamo sempre curiosi di capire cosa si intenda davvero quando sentiamo parlare di formazione teatrale o di creazione scenica. Ancora una volta ci siamo avventurati in un progetto oltremodo stimolante, e possiamo garantirvi che ne è più che valsa la pena!

Per prepararci al meglio, prima di cimentarci abbiamo intervistato Francesca Corona, consulente artistica del Teatro India, spazio dove si sono tenuti i vari percorsi, eccezion fatta per il primo condotto da Giorgio Barberio Corsetti, svoltosi al Teatro Argentina.

Matteo Polimanti: Quali esigenze hanno portato alla nascita di un progetto come Fondamenta?

Francesca Corona: Fondamenta si colloca all’interno di un percorso ormai molto lungo, cominciato in seguito al primo lockdown di un anno fa, con lo scopo di immaginare una nuova articolazione di progetti che sapessero dare una risposta ad un momento così drammatico per la nostra società e per il nostro settore. Dalla prima chiusura dei teatri, insieme a Giorgio Barberio Corsetti e a tutta la squadra del Teatro di Roma, abbiamo iniziato a capire come rimodulare le attività, per soddisfare le nostre funzioni e adempiere ai nostri doveri di teatro pubblico, fra i quali quello di continuare ad essere un punto di riferimento per la cittadinanza e per la comunità artistica. Per tutto questo tempo abbiamo portato avanti un ragionamento in costante aggiornamento, mutevole e dinamico, che ha dato vita ad una molteplicità di progetti. Per quanto riguarda il Teatro India il primo passo è stato, oltre a sostenere gli artisti nella ricerca attraverso un programma di residenze molto fitto, quello di trasformare il teatro in una stazione radiofonica, fondando così Radio India insieme ad una molteplicità di artisti e raggiungendo un pubblico attentissimo e molto più ampio di quello che avrebbero potuto accogliere le nostre sale. Al Teatro Argentina Giorgio Barberio Corsetti ha messo in atto tutta una serie di dispositivi volti a rafforzare il rapporto con la città, mettendo il teatro a stretto contatto con le diverse associazioni e comunità romane impegnate nella lotta per l’inclusione sociale. Per non parlare poi del lavoro svolto al Valle, dove sono stati registrati nove diversi radiodrammi coinvolgendo un elevato numero di artisti. Fondamenta è un tassello di questo mosaico, che si pone come principale obiettivo quello di coniugare ricerca e formazione artistica, riconoscendo a questo momento piena dignità lavorativa.

M.P.: Nel sito del Teatro di Roma definite Fondamenta come «un gesto transitorio ed eccezionale», quasi lasciando intuire che una volta superata l’emergenza sanitaria non sarà più possibile ripetere una simile esperienza…

F.C.: Fondamenta è eccezionale nella misura in cui approfitta di una situazione straordinaria. Senza la situazione corrente probabilmente non sarebbe stato possibile sostenere questo progetto, sia dal punto di vista organizzativo che da quello economico, e quindi credo possa essere considerato come una di quelle grandi possibilità che solo i periodi di forte crisi sanno aprire. Quante volte negli ultimi mesi abbiamo sentire dire e abbiamo sostenuto che il problema fosse proprio quella che chiamavamo “normalità”? Lo stesso Corsetti l’ha più volte ribadito nelle diverse puntate di Metamorfosi Cabaret. Chiaro è che in un momento così atipico come quello in cui ora ci troviamo, diventa potenzialmente più facile immaginare che un teatro nazionale possa investire molte delle proprie risorse in un progetto formativo retribuito. Questo però non vuol dire che in futuro non si possa ripetere, che quest’eccezionalità non possa diventare una nuova normalità.

M.P.: Questo periodo vi ha portati a coinvolgere diversi artisti in più progettualità, mentre in un contesto meno emergenziale la collaborazione si sarebbe probabilmente limitata alla semplice programmazione di spettacoli. Si sta formando una collettività artistica con cui andrete a collaborare anche in futuro?

F.C.: Per noi l’esigenza più sentita, fino a questo momento, è stata quella di offrire un’opportunità lavorativa ai diversi artisti i cui spettacoli, in programmazione presso i nostri cartelloni, sono saltati in seguito alla seconda chiusura dei teatri dello scorso ottobre, che ha lasciato tutti loro spiazzati e senza punti di riferimento, ancora più di noi. Per quanto riguarda il futuro, è possibile che alcune collaborazioni verranno consolidate. La vera priorità sarà portare avanti una ricerca artistica ed una linea progettuale entrambe innovative, in costante dialogo con la città, e senza aver timore di contraddirsi nel tempo, di tornare sui propri passi e ricominciare ad immaginare qualcosa di diverso rispetto a prima. Non è un caso che mesi fa abbiamo deciso di chiamare questa stagione teatrale Cantiere dell’Immaginazione.

M.P.: Il progetto ha coinvolto anche i Presìdi Culturali Permanenti, gruppo autonomo di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo formatosi a partire dallo scorso ottobre per reclamare i diritti dell’intera categoria. Quale è stato il loro contributo?

F.C.: Una volta ultimate le selezioni dei partecipanti al progetto, con l’accordo degli stessi, abbiamo consegnato i dati ai Presìdi, che realizzeranno un’analisi e una mappatura di tutti i professionisti coinvolti, distinta per categorie d’appartenenza e fasce d’età. Per noi sarà una preziosa testimonianza del lavoro svolto, di cui sapremo tenere conto anche in futuro.

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È chiaro che Fondamenta sia stata una grande occasione per diversi professionisti del settore. Pur non essendo stata rivolta direttamente a noi, abbiamo allo stesso modo approfittato dell’opportunità che ci è stata data per osservare più da vicino processi creativi e lavorativi dei quali altrimenti saremmo rimasti all’oscuro, e che senz’altro ci hanno resi da una parte spettatori più formati e consapevoli, dall’altra organizzatori culturali più accorti e scrupolosi.

Si comincia! Ecco i link ai cinque articoli che raccontano nel dettaglio l’esperienza fatta da ognuno di noi. Buona lettura.

 

 

Percorso 1 condotto da Giorgio Barberio Corsetti_ Articolo di Ambra Innocenti

Percorso 2 condotto da Anna de Manincor_ Articolo di Matteo Polimanti

Percorso 3 condotto da Lucia Calamaro_ Articolo di Clara Lolletti

Percorso 5 condotto da Romeo Castellucci_ Articolo di Claudia Raboni

Percorso 6 condotto da Lisa Ferlazzo Natoli_ Articolo di Walter Altamirano

 

Matteo Polimanti