GEPPETTO E GEPPETTO


 
«A volte si ride, a volte si piange, a volte si riflette.»

Geppetto e Geppetto, spettacolo scritto e diretto da Tindaro Granata di cui è anche interprete, si pone subito all’interno dell’acceso dibattito sulle unioni civili e sulla stepchild adoption. Il testo solleva i dubbi, le paure, i desideri, ma sopratutto gli interrogativi di una questione sociale tanto delicata quanto attuale, senza mai farsi portavoce della verità assoluta. Il lavoro di Tindaro Granata si presenta come una raccolta di testimonianze, frutto di un lungo lavoro di ricerca, che entrano a far parte della drammaturgia, dando voce ai personaggi, agli amici e ai parenti, spaventati per il futuro della propria famiglia; sì perché la famiglia è il tema centrale del testo.

Geppetto e Geppetto è uno spettacolo che non ha la pretesa di porsi né come un manifesto dei diritti civili, né come la catastrofica conseguenza della battaglia all’omosessualità e all’omogenitorialità. Il testo racconta la storia di una famiglia che vuole essere considerata tale; di una coppia di padri che vogliono riconoscere ed amare il proprio figlio al pari di una coppia eterosessuale. È la rappresentazione di un dramma familiare che colpisce le emozioni dello spettatore a prescindere da qualsiasi schema mentale e ideologia politica possa avere. Certamente non mancano le riflessioni su temi etici e morali, sulla definizione del ruolo del genitore e sulla libertà di scelta di un individuo, ma la potenza del testo e delle interpretazioni degli attori è innanzitutto quella di riuscire a scuotere completamente il cuore dello spettatore alternando risate e pianti tramite situazioni e dialoghi in cui è veramente difficile non immedesimarsi.

Lo spettacolo non si conclude però giocando esclusivamente con le emozioni dello spettatore, esso lo rende partecipe e attivo lì dove la messa in scena si diverte ad intrecciare la linearità del racconto. La scena infatti indica dei luoghi ben definiti (“a volte è agenzia”, “a volte è cucina”, “a volte è scuola”) che vengono ripetutamente mescolati tramite salti temporali, scambi di personaggi e di situazioni che hanno la funzione di spiazzare lo spettatore, il quale deve essere in grado in pochi secondi di cogliere la nuova ambientazione e collocarla all’interno della storia. I costumi invece, semplici t-shirt nere alle quali è applicato il nome del personaggio interpretato, hanno il compito di aiutare lo spettatore durante questo percorso, dandogli la possibilità di “etichettare” le identità dei personaggi i quali, evolvendosi durante il racconto, mutano caratteristiche e interpretazioni.

Geppetto e Geppetto è uno spettacolo attuale e forte, che tocca profondamente la sensibilità dello spettatore e lo spinge ad interrogarsi sulla storia, sul significato della famiglia e sulle problematiche e i conflitti che sorgono in un qualsiasi ambiente o nucleo familiare in cui manchino la tolleranza e l’amore; perché è di questo che si tratta: non di mancanza di ruoli, ma di mancanza di amore. «Se ci sarebbe più amore…» dicono spesso erroneamente i personaggi. Ecco, “se ci sarebbe più amore” non ci sarebbe stato bisogno di raccontare questa storia.

Michele Greco