DP in tour per Strabismi Festival

Lunedì sera, dopo qualche calice di vino rosso, abbiamo affrontato la visione dei quattro studi proposti da Strabismi Festival.

Filius, di Nastro di Möbius

La  persuasione  e  l’arte  di  modificare  l’atteggiamento  o  il

comportamento  altrui  attraverso  varie metodologie.

La   parola   “persuasione”   a   volte   può   essere violenta,

se   riesce   ad   agire psicologicamente  in  un  individuo fragile.

Chi  persuade  e  colui che detiene  il  potere,  colui  che

conosce le regole del sistema, colui che vuole a tutti i costi convincere il suo interlocutore di cui ne  conosce  e

intuisce  le  dinamiche  psicologiche.  Partendo  da  questo  ci  siamo  chiesti,

cosa accade in un uomo il cui potere lo spinge oltre il proprio limite fino a farne un’abuso?

È’ possibile persuadere con la violenza delle parole? Siamo partiti da vari casi di tortura noti negli ultimi 20

anni  di  storia,  li  abbiamo  studiati  nel  modo  più  oggettivo  possibile.  Abbiamo  analizzato  le

dinamiche  psicologiche  che  pongono  l’uomo  nella  condizione  di  elemento  “sacrificante”  nella

posizione  quindi  autoindotta  di  “agnello  sacrificale”  e  la  posizione  del  suo  torturatore,  di

aguzzino.  Dai  riti  cruenti  della  più  remota  antichità  alle  sacre  rappresentazioni,  dalla  tragedia

greca  al  moderno  sport,  dall’ascetismo  alla  psicoanalisi,  l’uomo  ha  sempre  intuito  e  ricercato  il

potenziale trasformativo-terapeutico insito nell’accostamento rituale di vita e morte, innocenza e

brutalità,  onnipotenza  e  impotenza,  non  senza  stravolgerlo,  spesso,  in  forme  strumentali  e perverse.

con: Emanuela Bianchi, Gianluca Vetromilo e Saverio Tavano

regia: Saverio Tavano

 

Studio per Minotauro, di Silvia Battaglio

 

Terzo  atto  della Trilogia  dell’Identità,  di  cui  fanno  parte  anche Lolita

e Orlando.

Le  primavere,  il nuovo  spettacolo  in  costruzione  è  un  racconto  di

fantasia,  una  riscrittura  contemporanea liberamente  ispirata  al  mito

classico  e  ruota  intorno  al  tema  dell’identità  connessa  a  quello

dell’estraneità,  quale  condizione  di  non-appartenenza.  Esiliato  e  confinato  in  un  non-luogo,

Minotauro  è  un  adolescente,  egli  si  nutre  di  fantasticherie  che  gli  fanno  da  eco-riflesso

accompagnando  la  sua  solitudine,  in  quel  ‘palazzo-labirinto‘  che  è  prigione  ma  anche  alcova  e

rifugio, è spazio caotico, intricato e grande come il mondo ma al contempo rappresentazione di

una piccola parte di esso, è specchio della mente e delle sue paure.

di e con: Silvia Battaglio

 

La grande guerra degli Orsetti Gommosi, di Batisfera Teatro

 

La  nazione  degli  Orsetti  Gommosi  si  risveglia  dal  suo  pacifico

torpore  per  intraprendere  una guerra  senza  speranza:

attaccheranno  la  confinante  nazione  dei Dinosauri.

Per  ogni  essere  di buon senso è evidente che lo scontro tra piccoli

orsi di caramella ed enormi rettili preistorici si risolverà

necessariamente a favore di questi ultimi. Eppure, la guerra ci sarà, tutta la nazione si prepara a sostenere

l’azione bellica.

Dal canto loro i Dinosauri, pur non comprendendo il gesto, si adeguano alla folle volontà dei loro nemici.

L’esercito degli Orsetti Gommosi sarà sbaragliato e della loro nazione non resterà nulla.

Lo spettacolo racconta la storia di tre orsetti gommosi e del consiglio di crisi dei Dinosauri, colti

in   diversi   momenti   della   giornata.   Rosso   Lampone,   audace   messaggero,   consegnerà   la

dichiarazione  di  guerra;  Verde  Mela,  sensibile  osservatrice,  intonerà  un  lamento  in  vista  della

fine; Giallo Limone, esperto comandante militare, inciterà le truppe; I Dinosauri, immersi nelle pratiche

amministrative del loro stato modello, derideranno le scelte dei nemici in attesa di sbaragliarli.

La grande guerra degli Orsetti Gommosi è uno spettacolo teatrale che si realizza su un tavolo.

Gli attori  interagiscono  con  gli  orsetti  gommosi  e  danno  forma  a  piccole  coreografie  di  oggetti  e

movimenti.   Gli   orsetti   gommosi   nello   spazio   limitato   del   piano   del   tavolo   assumono   la

proporzione adatta alla loro storia tragica.

con: Valentina Fadda e Leonardo Tomasi

video: Leonardo Tomasi

scena: Andrea Palazzi

regia: Angelo Trofa

 

Ikebana, di Francesca Garrone

Il  progetto Ikebana  –  Ritual  Performance

muove  i  primi  passi  nell’autunno  2017,  prendendo  vita

con una prima restituzione pubblica della durata di 25 minuti in aprile

2018. Questo primo studio

nasce  da  un  lavoro  residenziale  di  50  giorni  distribuiti

tra novembre  e  febbraio,  con  Atsushi Takenouchi, maestro

giapponese di danza Jinen Butoh, la danza della trasformazione.

Il movimento tipico di questa tecnica origina dall’interno del danzatore ed è privo di giudizio; è

la  danza  della  vita  e  della  morte,  che  cerca  di  rimuovere  il  muro  di  coscienza  che  fa  percepire

noi stessi come individui separati dal resto dell’universo.

Rimossa questa barriera si è liberi di danzare con tutti gli elementi, tutte le forme di vita, animali

e vegetali, trasformandosi in altro da sé ed abbandonando il proprio ego.

Il titolo della performance, Ikebana, si riferisce  all’arte giapponese della composizione dei fiori

che segue principi artistici, simbolici e spirituali. I fiori a cui si fa riferimento sono i vari aspetti

dell’esistenza  che  ci  circondano,  sono  gli  elementi  della  natura  che  ci  guidano  nella  nostra

esperienza terrena, sono la vita stessa che si manifesta.

Dopo  una  prima  fase  in  cui  il  lavoro  si  è  concentrato  al  suolo,  utilizzando  il  linguaggio  della

danza  Butoh,  è  nato  il  bisogno  di  sperimentare  le  possibilità  che  le  tecniche  aeree  circensi,  nel

caso  specifico  la  corda,  offrono  nel  trasportare  il  corpo  in  un’altra  dimensione.  L’obiettivo  è

quello  di  fondere  ed  integrare  tra  loro  due  linguaggi  molto  diversi  ed  apparentemente  agli

antipodi,  quello  della  danza  Butoh  e  quello  circo  contemporaneo,  cercando  di  non  perdere  la

forza e l’intensità che li contraddistinguono, ma al contrario esaltarli ed amplificarli, rendendoli

al contempo fruibili per il pubblico.

di e con:Francesca Garrone

 

LA SCELTA

La grande guerra degli Orsetti Gommosi, di Batisfera Teatro

Perchè abbiamo scelto questo studio?

-Idea spumeggiante

-Durata di 20 minuti circa

-Registro giuridico avvincente/telegronaca calcistica

-Filone del teatro di oggetti 

-Urgenza tematica

-Proposta in linea con il nostro festival DP: sono giovani, ribelli e ci hanno fatto SOLLEVARE

-Utilizzo dello spazio (pubblico sul palco insieme ai due attori)

-Tanto amore per Tchaikovsky

-Profumo inebriante degli Orsetti Gommosi come Rosso Lampone, Verde Mela e Giallo Limone

-Aspettativa pre-spettacolo grazie alla posizione strategica di tanti Orsetti Gommosi in ogni angolo del piccolo paesino di Cannara

ARCHIVIAMO?

Note: La compagnia ha espresso la preferenza del primo weekend e la possibilità di un rimporso spese data la provenienza sarda.

Saluti da Cannara, dalle cipolle e dalla vernaccia!

 

Le fotografie sono state realizzate da uno dei fotografi di Strabismi Festival, Stefano Preda.