L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo d’averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata, ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.”
ORIANA FALLACI, “UN UOMO” 1979.
Romeo Castellucci – Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica francese – porta in scena al Teatro Argentina di Roma “Bros”. Per poter dar vita a quest’opera teatrale Castellucci si avvale di 22 interpreti , molti dei quali senza alcuna esperienza teatrale oppure poca, che prima di poter partecipare alla realizzazione dello spettacolo devono accettare un rigido codice comportamentale. Tale codice impone ai partecipanti assoluta obbedienza e fiducia: devono essere disposti a diventare e credere di essere dei veri poliziotti; di eseguire qualsiasi ordine fino in fondo e con freddezza, anche se quell’ordine può sembrare contraddittorio. Gli attori inoltre sono completamente ignari degli ordini che verranno impartiti direttamente sul palcoscenico tramite un’auricolare.
Ph. Jean Michel Blasco
Lo spettatore quindi non ha idea di cosa accadrà sul palcoscenico, viene sorpreso molto prima dell’inizio dello spettacolo da una coltre di fumo che invade tutto il teatro, che sembra penetrare nella nostra mente confondendola e -prima ancora che l’illuminazione del teatro si spenga del tutto- una luce fredda e morta , va ad illuminare importanti congegni meccanici che cominciano a ruotare. Nel frattempo si sentono suoni ritmati, che ricordano quelli di una mitragliatrice, aumentando la tensione. Dopo qualche minuto tutto si spegne e nel buio avanza verso il pubblico un uomo anziano vestito di una semplice tunica bianca, sorretto grazie all’aiuto di un ramo d’albero e che appare come un profeta. Inizia a parlare con sempre maggior fervore, ma la lingua con cui egli comunica non è una lingua conosciuta, una parola soltanto si distingue chiaramente dalle altre che solo in apparenza ci possono sembrare sconnesse: “Geremia” – il profeta sofferente di Dio – colui che annunciò l’invasione da parte dei Babilonesi nel Regno di Giuda, ma che nessuno ascoltò. Successivamente un gruppo di poliziotti lo rimuoverà dal proscenio e andranno ad adagiarlo su un letto.
Lo spettacolo così ha inizio: uomini in divisa all’interno di una scenografia assolutamente essenziale e monocromatica nella quale risalta maggiormente il rosso del sangue delle vittime. Ad essere protagonista è l’Azione e non la Parola, che viene soffocata – uomini che agiscono con precisione, coordinati, insensibili e impassibili, non dimostrano nessuna emozione o compassione, nessuna esitazione nell’eseguire ordini violenti. Infatti In questo mondo distopico l’Azione viene impiegata per dominare l’Uomo, per ferirlo, punirlo e ucciderlo, in un contesto di coercizione e controllo. Un Sistema che domina la massa che obbedisce ciecamente e che appare intollerante alla vulnerabilità, alla fragilità intrinseca dell’essere umano. Ed è paradossale il titolo dell’opera – “Bros” – che è un’abbreviazione di Brothers, ossia “Fratelli”, l’affetto e l’intimità che questa parola ispira stride rispetto agli atti aggressivi e alle esecuzioni che si susseguono sugli uomini per mano di altri uomini. È altresì evidente che non è fisicamente presente alcuna donna, quasi a voler creare un “Universo” sterile.
Quello che la rappresentazione ci pone davanti tuttavia non è finzione, perché la violenza che ci viene mostrata non è avulsa dalla realtà, da quello che spesso avviene nel mondo. Quest’opera teatrale mette alla prova il pubblico ancor più degli attori perché ci fa riflettere su come reagiamo e su cosa proviamo di fronte ad atti di violenza che sempre più fanno parte della quotidianità – siamo spettatori a teatro come siamo spettatori nella Vita.
Silvia Fabbri – Redazione Dominio Pubblico U25
Silvano Voltolina, l’assistente alla regia di Bros, e Tiziano Panici di Domino Pubblico durante l’incontro dello Young Board con la compagnia di Bros.
Alcuni degli attori della compagnia di Bros, selezionata per gli spettacoli sul territorio romano.