Come va a pezzi il tempo – Progetto Demoni

Hic et nunc, un elemento imprescindibile nell’arte teatrale che nonostante la rivoluzione tecnologica e lo sviluppo nelle contemporanee condizioni di produzione, permette allo spettatore di vivere un’esperienza unica e irripetibile. In opere teatrali tra cui “Come va a pezzi il tempo” di Progetto Demoni si dialoga con un micropubblico, in questo caso composto da sole quattro persone, generando un intimo rapporto attore spettatore, che sottolinea l’importanza del “qui e ora” e ne rappresenta un elemento portante.

La location, in questo teatro “per pochi”, svolge un ruolo fondamentale: si tratta di un luogo non deputato ovvero un’abitazione privata, una casa come se ne trovano tante in tanti borghi (splendidi) d’Italia. Sarebbe potuta essere la casa dei miei nonni e forse proprio questo, per me, ha fatto la differenza. Piccola, scomoda, mobilio anni Quaranta e l’illusione che lì il tempo si fosse fermato. “Come si può entrare nella casa di una persona che non c’è più senza sentirne ancorala presenza?”, recita una delle prime battute dello spettacolo, input per l’avvio di un percorso che muove dal tema del Ricordo e porta con sé la necessità di dare forma e far vivere un’Assenza.

Gli autori e interpreti della piéce, Alessandra Crocco e Alessandro Miele, nel proporre un collage di ricordi appartenuti ad una coppia di amanti, interagiscono con lo spettatore per mezzo della figura femminile: anima e corpo della rappresentazione, il cui sguardo vispo interroga spesso gli astanti, non per ottenere riposte bensì per lasciare loro spunti utili alla riflessione personale. La donna conduce il pubblico da una stanza all’altra dell’abitazione, lo fa con discrezione e grazia, come ci si comporta con degli ospiti con i quali la confidenza non è molta, e li lascia assistere al triste e inevitabile naufragio della sua relazione amorosa.

Quadri di vita, ricordi banali: “sono solo ricordi”, premette l’interprete offrendo una possibile chiave di lettura dell’opera che non racconta una vicenda privata, non esemplifica un avvenimento bensì crea un’atmosfera fuori dallo spazio e dal tempo (da quel qui e ora di cui l’arte teatrale si nutre), presso la quale può abitare il ricordo di ognuno di noi e finalmente può accadere il teatro.

Valeria Gaveglia

DAL 13 AL 21 LUGLIO 2018
KILOWATT FESTIVAL – SANSEPOLCRO (Arezzo)
L’energia della scena contemporanea
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