Riflessioni su La Scortecata, regia di E. Dante

C’era una volta un castello. Che non c’era. C’era ma non c’era – perché era stato costruito in aria. Era lì e poi è sparito. E se c’era veramente Rusinella e Carolina non se lo ricordano più, ma loro castelli in aria ne costruiscono ancora.
Sulla scena la simmetria della vita svela l’equilibrio stabile della regia di Emma Dante. Due sedie, due vecchie e al centro un castello e una cassapanca – la favola e il ricordo. Gli imprevisti sono già succeduti a loro stessi, permane lo stupore, non più di occhi vergini ma ‘catarattati’, sputati, spalancati alla vita – richiusi.
Il filo dei giorni si assottiglia all’infinito, ‘sucato’ per ogni buco del corpo come voragine e restituzione. A metà strada tra le due vecchie, un punto di svolta segna il passaggio verso la giovinezza – che è ormai morte. Per tirarsi su, trascendere a sé, tendono le dita e le mani e le braccia e tutto il loro corpo artritico all’altra.
Cos’è Vergogna? La porta, illusoria, si apre sull’Illusione – deflorata dal dito più piccolo: il dito della nobiltà. Falsa.
Io sono uomo e sono vecchia e sono re, giovane e bella. Chi sono? Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola si snudano scorticati mostrandoci che tutto è vero, che non c’è inganno. Corpi di fasci di muscoli fisici vocali mentali invadono l’immaginario del pubblico evocando gli archetipi delle fiabe, intrisi di grottesca tragicità.
Come la bellezza si riconosce anche nell’oscurità, così la menzogna non può dire la verità. Il gioco non può finire, non è mai iniziato. Il castello non può crollare, mai stato lì – illusione – scompare.
Quello che resta è polvere, piaghe, bruttezza: l’angoscia di entrare in empatia con la paura della morte.

Alessandra Cimino


LA SCORTECATA 

Teatro India, 30 ottobre ● 11 novembre 2018

liberamente tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile
testo e regia Emma Dante
con Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola
elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro

produzione Festival di Spoleto 60, Teatro Biondo di Palermo
in collaborazione con Atto Unico, Compagnia Sud Costa Occidentale