“La Rivolta della Dignità” di Milo Rau

L’andare a teatro e il teatro stesso, inteso come luogo, ha comunemente, da sempre, un’accezione ari

Foto © Teatro di Roma

stocratica e sacrale. Come nelle polis greche, dove era considerato un luogo di aggregazione sociale e dal forte impatto politico.

Partendo da questa accezione, possiamo dire che Milo Rau, il 10 ottobre, ha fatto esattamente ciò, ma senza il tipico aspetto numinoso. La gente fuori al botteghino si affolla, c’è chi mangia e chi beve chiacchierando a gran voce, mentre all’interno della sala, appesi alle balconate tra il I e il III ordine, vi sono degli striscioni con motti e slogan, scritte in varie lingue.

“Quando l’ingiustizia diventa legge la resistenza diventa un dovere”

È così l’Argentina viene strappato della sua veste tipicamente solenne e viene occupato, trasformandosi in un luogo di testimonianze e confronto. Un’assemblea politica.

Questa è La Rivolta della Dignità – Resurrezione, parte di un colossale progetto multidisciplinare nato all’interno della cornice di Matera 2019, il Nuovo Vangelo. Tra cinema, teatro e attualità, Rau si ispira al testo sacro e alle sue interpretazioni cinematografiche, come quelle di Pasolini e Gibson, e racconta la cruda realtà dei migranti che hanno attraversato il mare con la speranza di un futuro migliore, ma che si sono ritrovati a combattere una guerra fatta di razzismo, ma anche quella dei braccianti italiani, vittime dello sfruttamento e del capitalismo. Rau racconta la passione di un Gesù nero, che muore combattendo per la libertà e i diritti civili, e dei suoi apostoli, che lo affiancano nella guerra contro il caporalato.

Un evento senza precedenti, una dimostrazione ardita di dignità individuale e collettiva, all’interno di una delle istituzioni più importanti della capitale e di fronte agli occhi di un mare di persone, tra platea e loggioni. Irene Umili, della nuova Direzione Artistica 2020, ce lo racconta così:

Uno spettacolo contro la paura di farsi attraversare dalla consapevolezza che atti tragici, crudeli e mortali avvengono. La consapevolezza pesa, una distaccata e veloce critica è più semplice da gestire.

La consapevolezza estrema della possibilità che ci sia davvero qualcosa di marcio è il perno su cui gli attori di Milo Rau muovono le loro azioni. Lo spettacolo è mezzo attraverso cui rimanere impalliditi e provare tristezza, rabbia, vergogna per gli atti di crudeltà che alcuni esseri umani impongono ad altri. Emozioni difficilmente generate in maniera così lucida se apprese, come quotidianamente avviene, da un telegiornale o un articolo di cronaca.

Lo spettacolo è scuola di emozione. Diventa monito a risvegliare la capacità di dare il giusto peso alla realtà, spesso venduta come quotidianità di un altro, cosa lontana, tristezze non nostre davanti alle quali possiamo rimanere, seppur ogni tanto giudicando, indifferenti.

Foto © Thomas Eirich-Schneider – “La rivoltà della dignità” Matera 2019