GIOVENTÙ BRUCIATA: Vortex / L’après-midi d’un foehn – Phia Ménard

Metamorfosi. Trasformazione. Vento. Fluidità. L’artista francese Phia Menard dà vita a due performances che parlano lo stesso linguaggio. Vortex e L’Après-midi d’un foehn partono dal silenzio. E seguono il flusso di correnti d’aria generate da ventilatori disposti attorno ad una spoglia piattaforma circolare.

In scena una sola figura (nel caso di Vortex la stessa Phia Ménard; in L’Après-midi d’un foehn Silvano Nogueira), due buste di plastica rosa, un rotolo di scotch e un paio di forbici; un silenzio quasi intimidatorio rotto solo dal rintocco di un suono metallico a cadenza regolare. In questo silenzio anche il respiro del pubblico, l’iniziale imbarazzo: dove mi siedo? Come funziona? Quando inizia?

L’après-midi d’un foehn

Phia Ménard dà vita a materiali inanimati. Quelle che sembrano buste di plastica diventano delicate marionette senza fili che volteggiano nel nulla sospinte dal vento e dalle correnti. Queste fragili creature acquisiscono una propria autonomia, una propria fisicità ed indipendenza. Diventano corpo a sé. Lo spettatore è chiamato a fare i conti con l’imprevedibilità del caso ed è costretto anche lui ad abbandonarsi ai flussi d’aria che muovono le vorticose masse, senza chiedersi cosà accadrà. Ciò che viene rappresentato è poesia visiva; non c’è per forza un inizio, non c’è per forza una fine; è poesia che parla attraverso colori, respiri e gravità.

Vortex

Vortex è un viaggio tra i vortici interni ed esterni all’uomo. Il viaggio di figure che si spogliano di tutti gli involucri che gravano sulla loro mobilità e acquistano nuova forma. Sotto la pelle c’è altra pelle. E sotto la pelle altra pelle ancora, sino alla nudità. Una nudità che Phia alla fine non si vergogna di mostrare – occhi fissi al pubblico- come a dire “io sono così. Noi tutti siamo così, nulla è giusto, nulla è sbagliato”. E’ un inno alla vita e alla morte, perché tutto ciò che nasce, muore e torna a vivere ancora, magari in altra forma.

L’après-midi d’un foehn è una narrazione lirica, un racconto magico, condotto da un uomo che lascia agire le sue marionette senza fili. Un uomo che è uomo, regista, burattinaio, attore e spettatore stesso. Un mosaico di colori, personaggi immaginari, situazioni e correnti d’aria che tengono il pubblico in uno stato di quasi apnea.

Con i suoi lavori, Phia Ménard convince noi spettatori a non avere paura né del diverso, né del vuoto, né dell’assenza di gravità, né del perdere il controllo, e ci invita ad allentare per cinquanta minuti la presa sulla nostra razionalità. Spegnere gli smartphone, rinunciare a fare foto e video, essere costretti a stare lì, in cerchio, in silenzio, infastiditi, incuriositi, scandalizzati, divertiti, è un grande traguardo che in quest’epoca di facili distrazioni non può che farci bene.

Giulia Crispiani e Porpora Marcasciano

 

Voglio chiudere con delle parole pronunciate da Porpora Marcasciano, presidentessa onoraria del Movimento Identità Trans (MIT), durante l’incontro con il pubblico a Teatro India il 28 Gennaio, dal quale sono emersi temi molto affini ai contenuti delle due performances di Phia Mènard, quali la trasformazione, il cambiamento, la diversità.

Affannarsi alla ricerca della normalità è una sfida enorme […] Noi abbiamo declinato tutto co ‘sta cazzo di paura che ci sta affliggendo l’anima.

 

 

Per assistere a performance particolari come quelle di Phia Ménard, dobbiamo abbandonare all’ingresso qualsiasi paura o repulsione per tutto ciò che è altro o nuovo rispetto alla canonicità, onde evitare di precludere a noi stessi il gusto della bellezza dell ‘’a-normalità’’ e della diversità.

Clara Lolletti

Vortex
drammaturgia Jean-Luc Beaujault
direzione artistica, coreografia e scenografia Phia Ménard
con Phia Ménard
musiche di Ivan Roussel da Claude Debussy

L’Après-midi d’un foehn
direzione artistica, coreografia e scenografia Phia Ménard
con Silvano Nogueira
musiche di Ivan Roussel da Claude Debussy

28 gennaio Teatro India ore 19.30
TRANS CATTIVE. Incontro con Porpora Marcasciano
con Porpora Marcasciano
modera Giulia Crispiani
in collaborazione con Dominio Pubblico

Video e montaggio © Elisa Genna
Foto incontro © Luca Guido
Foto di scena © Jean-Luc Beaujault