Progetto OVER – Emergenze Teatrali: Ionica di Alessandro Sesti

Come tutti sappiamo i teatri sono fermi da mesi, ma noi troopers non ci siamo mai fermati!

Pochi giorni dopo la conclusione del progetto Live streaming theatre allo Spazio Rossellini ha avuto inizio un’altra avventura: stiamo parlando del progetto Over- Emergenze teatrali al Teatro Argot Studio, nel cuore di Trastevere, che prevede la realizzazione di tre residenze e la messa in onda di due spettacoli in streaming.
L’obiettivo principale è quello di dare visibilità ad artisti emergenti che vogliono affermarsi e conquistare un proprio spazio nella scena contemporanea italiana.

 

Il primo spettacolo in streaming che abbiamo potuto vedere, lunedì 15 febbraio alle ore 18:00 dalla pagina Facebook del Teatro Argot Studio, è stato Ionica di Alessandro Sesti, che si inserisce nel filone di ricerca del teatro di narrazione che Sesti porta in scena dal 2015, raccontando storie di mafia e di denuncia sociale. Ionica, spettacolo vincitore del premio della Critica all’ultima edizione di Direction Under 30, è dedicato alla vicenda di Andrea Dominijanni, testimone di giustizia calabrese che ha avuto il coraggio di denunciare la ‘ndrangheta.

Andrea vive in Calabria, nel paesino di Sant’ Andrea Apostolo dello Jonio per la precisione. Ciò che più risalta in questo territorio è l’aridità, presente non solo nel terreno ma anche nella società, una società che è sempre stata divisa, spaccata. Ed è proprio in questa spaccatura che si insinua la ‘ndrangheta, sistema criminoso che non appena s’impossessa della vita di qualcuno inizia a consumarla lentamente fino a non lasciarne più traccia.

Storie del genere sono difficili da raccontare. Ma com’è arrivato Alessandro Sesti a conoscere quella di Andrea? Ci racconta Alessandro, nell’incontro via Zoom regalatoci dopo la diretta streaming, che è iniziato tutto nei primi mesi del 2019, quando Alfonso Russi, ex tecnico della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dopo essere rimasto colpito da Fortuna, suo precedente spettacolo su una triste vicenda di violenza nei confronti di una bambina nel napoletano, lo contattò per fargli conoscere la storia di un imprenditore calabrese testimone di giustizia. Una storia importante, che andava diffusa il più possibile. Ed è per questo che Alessandro decise di andare a vivere, anche lui sotto scorta come loro, per sette giorni in casa di Andrea e la sua famiglia, così da potersi immergere veramente in quella realtà. “Ma – ci dice – all’inizio non ero realmente conscio di cosa succedesse lì”. È solo con il passare dei giorni che si è reso conto di una cosa: in Calabria la ‘ndrangheta è dappertutto. Lo si capisce da piccoli dettagli, ma in particolare dal silenzio e dalla sensazione costante di essere spiati, controllati, sempre.

Una sedia, un’orchestra dal vivo di tre elementi (chitarra, clarinetto e contrabbasso) e ovviamente lui, Alessandro. Basta questo a dare forma all’intero spettacolo. Ionica è composto da due momenti: il primo è quello del pranzo collettivo con tutta la famiglia di Andrea, caratterizzato da un’atmosfera frizzante e gioiosa, il secondo è invece costituito dal racconto raccapricciante della dura realtà calabrese.
È così che si articola lo spettacolo, passando da un’atmosfera di gioia e serenità ad un clima di omertà e incessante terrore. Alessandro si è impadronito della scena riuscendo a farci immergere in una realtà che ci lascia con l’amaro in bocca, e con tanti interrogativi da porci.

“Le piante sane sono più forti del cemento”. È così che Sesti ci porta ad una riflessione importante. Per lui un cambiamento è possibile solo se parte da noi cittadini, dal basso. Bisogna imparare ad informarsi, a conoscere, a farsi delle domande e anche a darsi delle risposte.

Spesso tendiamo a non soffermarci più di tanto su queste vicende, per mancanza di informazione, per pigrizia o altro. Quello che è certo è che non dobbiamo considerare Andrea come un eroe, ma come un esempio da imitare. Un modello che dobbiamo imparare a seguire e che ci deve portare a reagire di fronte all’ingiustizia. Del resto, come lo stesso Andrea ha dichiarato: “Bisogna unire le forze, perché un’unica noce nel sacco non fa rumore”.

Sheila Mirabile