Progetto OVER – Emergenze Teatrali: OBLIO di Cristel Checca

Domenica 21 febbraio, ore 19:00. Al Teatro Argot Studio va in onda, trasmesso attraverso i canali social dello spazio-off di Trastevere, OBLIO, un #quizshow abbastanza surreale: si parla di una certa Ludovica Conti, vittima di slut-shaming dopo la pubblicazione sui social di un video che vede protagonisti lei e il suo fidanzato in un momento di intimità. Scegliendo tra varie opzioni, il pubblico deve provare a salvarle la vita cambiando il suo passato…

Commento a caldo sullo spettacolo? “Mah! Una storia simile non è mica adatta ad andare in onda. Eppure finora a Casa Argot si era sempre mantenuto un certo livello di serietà e professionalità. Sarà che questo progetto OVER – Emergenze teatrali sta sfuggendo di mano? Certo, finché le donne andranno in onda mezze nude ci credo che le cose andranno male!”

Alt! Riavvolgiamo il nastro: ma slut-shaming che vuol dire? La fedele vecchia Wikipedia accorre in nostro aiuto: «l’atto di far sentire una donna colpevole o inferiore per determinati comportamenti o desideri sessuali che si discostino dalle aspettative di genere tradizionali».

– Ma allora mi hanno beccato?! – commenterebbe nuovamente il nostro amico hater.

Lo spettacolo, in residenza al Teatro Argot Studio dal 18 al 20 febbraio, prende il nome dall’omonima legge che si impegnerebbe a rimuovere dalla rete post offensivi o lesivi per la propria immagine; questo introduce già al tema che verrà trattato durante la diretta: Cristel Checca, ideatrice, regista e autrice insieme a Paolo Scarpelli, sta infatti portando l’attenzione su un fenomeno divenuto ormai incontrollabile e pericoloso, quello dello slut-shaming, letteralmente “svergognare la sgualdrina”.

La loro compagnia, la Cerbero Teatro, ci mette alla prova proponendoci una performance interattiva “a bivii”, impostata come il più trash dei quiz televisivi, dove è lo spettatore stesso a decidere la sorte della protagonista in scena. Questo è un punto chiave per Cristel, perché la sfida sta proprio nel far sentire al pubblico il peso delle proprie scelte sulle vite altrui: “una critica al giudizio”, quello dato con leggerezza e senza curarsi di ciò che può provocare nella vita delle persone.

Fortunatamente domenica sera nessuno è stato davvero ferito. Per l’attrice Anna Carla Broegg è molto interessante lasciare il comando al pubblico “benpensante”; in uno spettacolo che ha per temi la donna e il suo corpo, far vedere di volta in volta un’esperienza e un finale diversi a seconda delle decisioni prese.  Il suo personaggio non è una vittima reale, bensì ne è un simbolo. Simbolo di donne che ancora oggi sembrano cittadine di una Salem seicentesca, facendo i conti con un codice di comportamento in grado di cucire loro addosso una bella lettera scarlatta se osano superare quel limite imposto da una società patriarcale, troppo spesso portato avanti dalle donne stesse.

Ma niente paura! I secoli sono passati e noi ci siamo evoluti: altro che gogna di fine Seicento, il nostro patibolo oggi è internet! E non basta rintanarsi fuori città o affidarsi al bonus oblivion (gentilmente offerto dalla produzione del programma) cambiando Stato, cittadinanza e nome: oggi like e commenti ci possono seguire ovunque. E magari alla fine, come insegna la protagonista, non vale neanche la pena perdere la propria identità.

Nessuno di noi è riuscito a salvare Ludovica. Alla domanda: “Chi avrebbe potuto aiutarla?” abbiamo creduto che la figura materna potesse essere la soluzione, senza contare che spesso le persone che ci sono più vicine sono le prime a dubitare di noi, a giudicarci. E chissà se le altre due opzioni avrebbero davvero potuto risolvere la situazione…

Questo è uno degli argomenti emersi lo scorso lunedì sera durante l’incontro da remoto con Cristel, Anna Carla e i ragazzi di NESTteatro (i cosiddetti Ragazzi O’nest), anche loro come noi in collaborazione con il progetto OVER e senza la cui partecipazione probabilmente non sarebbe stata Anna Carla a calarsi nei panni di Ludovica.
OBLIO nasce nel 2018, in seguito a fatti di cronaca legati al revenge porn, e in una prima versione si chiedeva al pubblico di scegliere se salvare la vita a Ludovica o ad un’altra ragazza, Samira: sappiamo quale sia stato il verdetto finale.

Dopo varie riflessioni sul numero di attori da inserire nello spettacolo, la regista sceglierà di impegnarne solo tre: Ivan Bellavista è la terza figura in scena oltre ad Anna Carla e alla stessa Cristel.

In effetti non è mancata, durante l’incontro, una riflessione anche sulla controparte maschile: ci siamo chiesti se il veder violata la propria privacy non pesasse anche sull’uomo, in casi simili. La compagnia ci ha effettivamente parlato di una lunga riflessione in proposito, arrivando poi alla conclusione che purtroppo il giudizio verso le donne rimane sempre decisamente più duro. È a maggior ragione importante che donne e uomini si confrontino su queste problematiche.

Per Cristel e Anna Carla incontrarsi con noi e ricevere un nostro feedback è stato importante per capire se effettivamente l’esperimento fosse riuscito, se il peso di una tale scelta artistica fosse stato avvertito dal pubblico. Non manca tuttavia la voglia di portare questa performance dal vivo e guardarlo negli occhi questo pubblico, mentre impugna il suo smartphone per decidere le sorti di chi ha davanti a sé, senza più avere uno schermo a proteggerlo.

“Il problema sta nel mezzo o nell’utilizzo che le persone ne fanno?”: questa è forse la domanda alla base del progetto e del problema in questione. E la risposta non sembra essere prossima ad essere scovata.

 

Claudia Raboni