#YOUNGBOARD – oltre #TdRonline. Scienza e fantascienza dal Valle: Dominio Pubblico incontra Roberto Rustioni

“Il discorso sull’extraterrestre è un punto di partenza, che dà poi la possibilità di farsi delle domande riguardo l’universo, la realtà che viviamo, riguardo insomma tutto ciò che davvero conta nelle nostre vite… Mica semplici domande, ma domandone! Spesso, talmente immersi nella nostra quotidianità, ci lasciamo sopraffare da dei problemi superflui. Credo sia abbastanza raro per un essere umano focalizzarsi su ciò che è veramente essenziale. E allora, ecco, forse il punto di contatto di queste storie, che ho deciso di raccontare, con questo periodo sciagurato che tutto il globo terracqueo sta vivendo, è che inevitabilmente ci si interroga. Cos’è stato il periodo di lockdown se non uno stop, se non la possibilità di porsi delle domande su sé stessi?!”

È così che Roberto Rustioni risponde, quel 30 dicembre 2020 al Teatro Valle, alla domanda di Chiara sulla possibilità di considerare la figura dell’extraterrestre come qualcosa di altro da sé, così come noi adesso, durante questa pandemia mondiale, ci troviamo a considerare ogni persona come altra da noi, e perciò da tenere alla giusta distanza. Se quel giorno le sue parole mi sembrarono profondamente attuali, oggi, di nuovo chiusi in casa per via della zona rossa, mi tornano alla mente ancora più significative di prima!

Ma forse è meglio partire dall’inizio…

Come già detto, è il 30 dicembre 2020 e io, Chiara, Cecilia e Luca stiamo entrando al Teatro Valle, in veste – neanche a dirlo – di troopers per conto di Dominio Pubblico!

Fuori si gela e non vediamo l’ora di entrare a teatro. Quando finalmente scostiamo le tende rosse e ci ritroviamo in platea, però, una non proprio piacevole sorpresa è lì ad attenderci: ci rendiamo conto di avere ancora più freddo di prima.

Poco dopo scopriamo il perché: la stufa elettrica che dovrebbe scaldare la sala, quando viene accesa, produce un rumore che risuona per tutto il teatro. Non sarebbe un gran problema se non fosse per il fatto che, in quei giorni, al Teatro Valle si stia realizzando la registrazione del radiodramma UFO del drammaturgo russo contemporaneo Ivan Vyrypaev, per la regia di Roberto Rustioni. In un contesto del genere il silenzio diventa elemento imprescindibile per la buona riuscita del lavoro. Ce ne siamo dovuti fare una ragione.

Ci rendiamo effettivamente conto del problema quando, assistendo a una prova, a causa di una motocicletta lontana che sfreccia per le strade di Roma, il tecnico del suono ferma la registrazione: «Stop! Questa è da buttare, è passata una moto» (e io che non me n’ero nemmeno accorta!).

È stato proprio assistendo alle prove di registrazione che ho realizzato come, per la produzione di un radiodramma, il lavoro fatto sul suono sia  molto simile a quello previsto durante un’operazione chirurgica: meticoloso e certosino, quasi fino all’ossessione. Del resto, come potrebbe un ascoltatore immedesimarsi nel racconto che sta ascoltando, se all’improvviso in lontananza si sentisse il rumore di una motocicletta?

 

Durante la nostra visita abbiamo avuto la possibilità di fare una chiacchierata, oltre che col regista, anche con uno degli attori che con lui stavano lavorando: Daniele Amendola.

Non abbiamo potuto fare a meno di porgli la fatidica domanda: come cambia il lavoro su di sé per un attore in una registrazione radiofonica rispetto a una rappresentazione dal vivo?

 

 

Lui ci ha risposto così:
«Vi è capitato un attore che non ha molta esperienza nell’uso del microfono, però da spettatore – ormai posso considerarmi tale dopo aver ascoltato e riascoltato le diverse prove realizzate insieme al resto del gruppo – vi posso dire che provo delle sensazioni diverse rispetto a quelle che di solito provavo a teatro. Il nostro lavoro in questi giorni è totalmente incentrato sul corretto utilizzo della voce, per me si tratta quindi di una nuova esperienza. Lavorando poi su testi di vere e proprie interviste, solo successivamente diventati parte di una drammaturgia teatrale, la sfida che ci si pone dinanzi è quella di restituire l’anima e il carattere di ognuno degli intervistati avvalendoci soltanto delle nostre corde vocali».

 

Sì, stiamo parlando di interviste, perché forse ho dimenticato di dire che il testo di Vyrypaev, UFO, nasce dal materiale che l’autore stesso ha raccolto dopo aver rintracciato ed intervistato nove persone che avevano tutte dichiarato di essere entrate in contatto con degli extraterrestri. Un argomento insolito da trasportare sulla scena, ma che ci invita a riflettere sulla relazione fra noi e l’Altro, fra ciò che ci appartiene e ciò che ci risulta estraneo.

 

 

 

Oltre a discutere di questo, con Roberto Rustioni siamo nuovamente tornati sulla dicotomia fra scienza e arte, spesso e a torto considerate l’una la nemesi dell’altra.

Eppure lui non la vede esattamente così:

«In questo momento storico non facciamo altro che parlare di scienza, anche a sproposito devo dire. Possiamo definire il periodo in cui stiamo vivendo come un periodo in tutto e per tutto scientifico, in cui cioè le nostre vite dipendono dalla ricerca scientifica. Noi tutti pretendiamo da quest’ultima delle risposte chiare e risolutive, mentre compito dell’arte è quello di andare verso dei punti interrogativi, di stimolare nuovi dubbi, sollevare nuove questioni. Credo debba esserci come un gioco di squadra fra le due ».

La chiacchierata con Rustioni ci ha regalato moltissimi spunti. Prima di salutarci abbiamo anche parlato di drammaturgia contemporanea, e di come molto spesso nei cartelloni dei teatri italiani siano presenti in netta maggioranza testi classici rispetto al numero di opere contemporanee in circolazione.

Vi lascio allora con questa sua riflessione:

«Credo sia importante allontanarsi dall’immaginario collettivo per cui il teatro viene associato a qualcosa di antico, perché non è affatto così: il teatro ha profondamente a che fare con le nostre vite di tutti i giorni, con ciò che ognuno di noi vive in questo momento, hic et nunc. Quindi, se ne abbiamo l’urgenza e la necessità, perché non raccontare delle vicende contemporanee? ».

 

Invito al quale ci sentiamo di rispondere mettendoci subito all’ascolto del radiodramma UFO, nella speranza che non sia troppo… alienante!

Foto di gruppo al termine della spedizione

 

Lea Paiella

Foto © Luca Guido

UFO
regia: Roberto Rustioni
assistente alla regia: Ida Treggiari
sound designer: Angelo Elle
testo: “UFO” di Ivan Vyrypaev
traduzione: Teodoro Bonci del Bene, CuePress Editore
interpreti: Dario Aita, Daniele Amendola, Francesca Astrei, Giorgio Barberio Corsetti, Luca Carbone, Silvia D’Amico, Loris Fabiani, Sara Putignano, Roberto Rustioni, Giulia Trippetta
si ringrazia Fausto Malcovati
illustrazione di Daniele Amendola
Podcast scientifico: Isabella Pagano
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