MA®T – Millennials Art Work 2021: Dominio Pubblico torna a scuola…per riempirla di colori!

                                              Poppy Flower – Krayon, Ph Max Intrisano


Questi giorni di caute riaperture e di piccoli sprazzi di normalità, hanno visto il ritorno a scuola anche dei ragazzi e delle ragazze Under 25 di
Dominio Pubblico, presso l’Istituto Comprensivo “Poggiali Spizzichino”, nel quartiere romano di Montagnola, per la quinta edizione di MA®T – Millennials Art Work.
Il progetto vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 ci ha portato a collaborare, tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio, con diversi street-artist romani per la realizzazione di opere astratte, simboliche, figurative, sulla facciata esterna dell’istituto.

I giorni trascorsi nel cortile della scuola ci hanno dato la sensazione di essere tornati indietro nel tempo e di star partecipando ad una lunga, lunghissima ricreazione all’aria aperta, che il maltempo è riuscito solo in parte a interrompere. Del resto, è proprio di ricreazione di luoghi e territori urbani che si occupa MA®TLa nostra attività è iniziata il 24 aprile, alla vigilia della Festa della Liberazione, concludendosi domenica 2 maggio, dopo la Festa del Lavoro. Non potevamo scegliere un intervallo di tempo migliore per dedicarci a un’iniziativa che della libertà di espressione e partecipazione, così come del lavoro volontario e appassionato, fa il proprio manifesto.

Come se questo non bastasse, la tematica di questa quinta edizione è stata quella della memoria, dell’atto del ricordare, in relazione alla storia del quartiere a partire dal primo Novecento. Diciassette artisti coinvolti e un totale di quindici opere realizzate per la bellezza di 650 mq di muri dipinti, in poco più di una settimana! 

               Il ricordo fotografico – Collettivo Novecento, Ph Roberta Ungaro

Leonardo Crudi ed Elia Novecento, in arte Collettivo Novecento hanno realizzato Il ricordo fotografico, un manifesto avanguardista sulla parete che si erge di fronte al campetto da basket dell’istituto, con cui i due artisti hanno voluto omaggiare il film La finestra sul lunapark di Luigi Comencini. 

Arcadio Pinto, in arte Krayon, è invece intervenuto proprio sul campo da gioco, inondando di colori il terreno con la sua opera, caratterizzata dalla sua inconfondibile estetica pixellata. Così è nata Poppy Flower. È soprattutto in questo caso che il nostro contributo si è rivelato indispensabile per la buona riuscita dell’opera: l’impegno profuso è stato direttamente proporzionale alla soddisfazione provata nel vedere il lavoro finalmente concluso.

Procedendo da sinistra a destra, le altre opere realizzate su tutta la facciata esterna dell’istituto sono: Ricordo in sogno di Alessandra Carloni, una riflessione fra passato e presente sui luoghi della nostra vita, con uno sguardo particolare alla natura, sempre meno presente in città. La pittrice di Alice Pasquini e UNO, ispirata alla capacità dell’arte visiva di conservare/cristallizzare i ricordi nel tempo; Fiori gialli di Jerico Cabrera, opera indefinita e indefinibile, come alcuni ricordi che popolano la nostra memoria; Rosafante di Emanuele Oliveri in arte Olives, con il suo tratto tipicamente fiabesco e onirico; 1943 di Ratôghèton, per ricordare la resistenza antifascista del quartiere; Il ricordo che vola via di Claudio, sull’importanza di preservare il ricordo prima che sia troppo tardi; Increspatura di Zara Kiafar, che riflette sulla maniera ambigua che ognuno di noi ha di percepirsi a cavallo fra passato e presente; La percezione, il ricordo di Lola Poleggi, a ricordarci che a volte basta annusare un fiore per sentirsi liberi; Non ti scordar di me di Marta Quercioli, che si interroga sulla gravità di dimenticare il passato di un’intera collettività colpita da un dramma come il nazifascismo; Ancora in sella di Dez.Midez, sulla tenacia del ricordo; Pane eroico di Lus57, in memoria di “Quirino Roscioni da Fiastra, Fornaio, padre di 5 figli”, mutilato nella Prima Grande Guerra e insorto contro le truppe tedesche nella Seconda; e infine Arrivano i nostri di Orgh, sull’arte come strumento per riscoprire il passato reinventando il futuro.

 

In tempi in cui la diffusione pandemica del virus compromette gravemente l’attivismo civico, MA®T – Millennials Art Work, nel rispetto assoluto di tutte le misure di sicurezza previste, ci ha ricordato l’urgente necessità della partecipazione attiva, come fonte di vitalità e rigenerazione per un intero quartiere. Ed è proprio perché senza il contributo di tutti non saremmo mai riusciti a portare a termine i lavori, che riportiamo le testimonianze dei componenti del gruppo di Under 25 di Dominio Pubblico che hanno preso parte a questa nuova edizione del progetto.

Ringraziamo il Municipio VIII di Roma Capitale, l’Istituto “Poggiali Spizzichino” e i suoi studenti per averci fin da subito accolto a braccia aperte, venendoci anche a sostenere nelle giornate di duro lavoro per la realizzazione delle opere, Retake Roma per il prezioso sostegno e la salvaguardia del territorio, e La perla Art – Monoscopio per il lavoro di documentazione visiva effettuato durante l’intero evolversi del progetto. Nuove storie, nuovi quartieri aspettano MA®T, ma soprattutto nuovi «muri da dipingere e da colorare»: di certo non ci faremo cogliere impreparati!

Matteo Polimanti

MA®T, un’esperienza che lascia il segno

Ph Roberta Ungaro

Riccardo Galdenzi: Sono state giornate uniche, difficili da spiegare a parole. Il sudore, l’impegno, il duro lavoro sono solo l’infinitesima parte di ciò che un’esperienza del genere ti restituisce in termini di sensazioni ed emozioni. C’è molto più di ciò che traspare dal lavoro finito. MA®T è mangiare fave e pecorino in pausa pranzo al riparo dalla pioggia che non sai se prima o poi passerà. È scendere a compromessi e fare valutazioni per capire se la quantità di vernice nera sarà abbastanza per finire il campetto. È andare a letto stremati ma senza riuscire a dormire dalla voglia di tornare lì il giorno dopo. Il sorriso di una ragazzina di 11 anni che ti chiede gentilmente se può darti del Tu, un sorriso che per forza di cose sei costretto ad intuire dal taglio dei suoi occhi che brillano. Ho avuto occasione di contribuire al progetto solo nel weekend, calandomi in una realtà per me completamente nuova. La verità è che essendomi sempre connesso a distanza per tutte le attività con Dominio Pubblico, è stata anche la prima volta che ho potuto incontrare e conoscere i ragazzi di persona.
Sarò in grado di essere utile? Saprò comportarmi in modo adeguato? Piacerò a loro? Sono solo alcune delle mille domande che mi ronzano in testa al momento del mio primo incontro con tutte le persone coinvolte. Dubbi che vengono sciolti in così poco tempo da dimenticare di essere il nuovo arrivato. Al di là delle meravigliose opere artistiche di cui ero circondato, mi sono trovato in un ambiente che è riuscito a restituirmi quella spensieratezza che il tempo e la vita stavano in qualche modo cercando di portarmi via.
Queste giornate sono state per me una boccata di ossigeno da un’apnea che sembrava non avesse fine. Voglio dedicare questo mio modesto contributo del progetto
MA®T ad una persona per me molto speciale che di arte avrebbe voluto vivere.

Ph Roberta Ungaro

Luca Guido: Se metti a disposizione di un gruppo di ragazzi una settimana di tempo, un progetto da realizzare e dei colori per sbizzarrirsi, ecco che si realizza MA®️T!
All’inizio sembrava un’impresa difficile da realizzare, con tante avversità da affrontare. Appena abbiamo iniziato a lavorare si è creato un gruppo con una grande intesa, sono nate amicizie, senza mai perdere di vista l’obiettivo. Durante il progetto siamo tornati a godere del rapporto umano, dello stare insieme, del vedersi senza uno schermo a fare da filtro. Il  MA®️T! è stata un’impresa, sane e costruttive, che ha lasciato in noi un seme pronto a germogliare. La fatica ha favorito la crescita personale e quella di ogni singola relazione. 

Clara Lolletti: Mi restano un paio di Superga rotte, dei pantaloni incrostati di vernice e una soddisfazione che non so spiegare a parole. Lavorare in squadra non è semplice, e non tutti sono nati per stare bene in gruppo, ma tutto sommato noi ragazzi e ragazze di Dominio Pubblico ci siamo scoperti affini e affiatati. Quando ci siamo ritrovati a verniciare u ad altri artisti che contemporaneamente dipingono la propria porzione di muro, abbiamo capito che il gruppo era ormai nato. Inoltre, celebrare il 25 aprile ed il 1 maggio con persone appena conosciute, che con te hanno però condiviso un luogo, del tempo e un po’ di esistenza, ha confermato il potere dell’arte di unire le anime. Dopo una settimana di lavori, sento su di me quella stanchezza che appesantisce i muscoli delle gambe e delle braccia ma che alleggerisce la mente. Tra qualche anno, ci ricorderemo di quella volta in cui abbiamo lavorato sulla memoria all’Istituto “Poggiali-Spizzichino” di Montagnola che ci ha accolti calorosamente, come fosse una casa. Ecco perché è gratificante lasciare lì quel pezzo di noi che si nasconde dentro le nostre opere – me lo ha insegnato la street art. 

Barbara Berardi: Si è appena conclusa un’altra avventura: abbiamo partecipato alla realizzazione di un’opera a cielo aperto, collaborando con ben 17 artisti che si sono dedicati a dipingere 650 mq di muri dedicati alla Memoria, arricchendoli con le proprie esperienze artistiche.
Nonostante gli imprevisti, tempi ristretti e maltempo, l’entusiasmo degli studenti, dei docenti dell’istituto e degli abitanti della zona ci ha dato la giusta energia per terminare il progetto. Questo ovviamente, anche grazie all’energia positiva e alla determinazione dei mie compagni di viaggio.
A seguito di questa settimana di intenso lavoro, il 6 maggio si è tenuto un laboratorio online a cura di Retake Roma, durante il quale abbiamo discusso di quanto sia importante valorizzare i quartieri alla riscoperta delle loro bellezze, con spirito di collaborazione e partecipazione.
Questa esperienza ha confermato la mia idea: l’impegno individuale per il raggiungimento di un obiettivo comune, rafforza il ben-essere personale e collettivo.

Matteo Polimanti: «Libertà è partecipazione». Amo sempre ripetere questo celebre verso di Gaber perché sono convinto che nessuno su questa terra sia in grado di essere felice, e quindi libero, da solo. Ecco, MA®T ne è la prova: un atto di libertà da compiere tutti insieme, per legare i luoghi alle persone e viceversa .È semplicissimo, ormai lo sanno anche i muri!