Lettera da una generazione «sottovuoto»

Articolo di Federica Ferraro e Francesca Zetto

Dominio Pubblico Sottovuoto

In un presente sottovuoto, l’ottava edizione del Festival Dominio Pubblico la città agli Under 25 si presenta come un urlo collettivo e pieno di entusiasmo nel silenzio assordante e opprimente che ci circonda.

Negli ultimi mesi più di 40 giovani under 25 si sono assunti l’onere e l’onore di pensare, ideare e progettare il festival: siamo la direzione artistica partecipata di Dominio Pubblico La città agli Under 25, che si terrà allo Spazio Rossellini – Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio, nell’ultimo weekend di giugno e nel primo di luglio. Uno spazio fondamentale per la realizzazione del nostro festival: lo Spazio Rossellini, infatti, nella sua natura, sintetizza la sperimentazione di nuovi linguaggi artistici e di un diverso tipo di fruizione dello spettacolo dal vivo. 

Priva di punti di riferimento, per mettere a fuoco il futuro, la “Generazione Z” è pronta a farsi largo in un presente opprimente che la schiaccia e non le lascia lo spazio per respirare a pieni polmoni. La realtà che ci è stata imposta in questo periodo è claustrofobica e soffocante – ma forse questa è una condizione non così lontana dalla realtà a cui, noi giovani, siamo già fortemente abituati: una realtà che potrebbe non essere pronta ad accoglierci. Siamo nati sotto la cattiva stella dell’incertezza e dello spaesamento, noi under 25, ma abbiamo la grinta e il coraggio di farci sentire, di dimostrarci pronti e intenzionati a far esplodere questa bolla che ci stringe e ci costringe sempre di più. 

Molto è ciò che abbiamo perso, ma questo presente sottovuoto, apparentemente in grado di imporre unicamente limiti, ci ha dato la possibilità di trovare un modo per superare gli ostacoli, restando uniti. Abbiamo scoperto di essere malleabili, capaci, come gas in un ambiente, di espanderci in tutto lo spazio a nostra disposizione. Ci siamo resi conto di avere uno spirito di adattamento che non credevamo di possedere. Abbiamo intuito di avere di fronte a noi un’infinità di occasioni ancora inesplorate. Non siamo rimasti stupiti nel ritrovare le nostre stesse insicurezze nelle proposte degli artisti. Proprio questa forte affinità ci ha colpito più di qualsiasi altra cosa e ci ha fatto sentire connessi, parte di qualcosa di più grande. Di fatto, è proprio nei momenti di crisi che la creatività cresce e si espande, lasciando scoprire nuovi modi e nuovi mondi

In qualità di direzione artistica dell’ottava edizione, abbiamo cercato di esprimere l’immobilità in cui ci troviamo: è come fossimo bloccati nelle sabbie mobili e stessimo cercando un modo per uscirne. Ci sembra di essere in perpetuo movimento e, al contempo, sentiamo un’alienante fissità. Abbiamo, però, la voglia e il bisogno di sbloccare questo ingranaggio – ed è proprio questa necessità a spingerci a trovare la via d’uscita del labirinto in cui ci troviamo, tra sbagli e cambi di direzione.

Ci presentiamo, noi e gli artisti, con le nostre fragilità e i nostri errori. Non siamo qui per proporvi la perfezione, bensì per mostrarvi l’energia profusa e la voglia che abbiamo nel (ri)cominciare a fare ciò che più amiamo: l’arte. 

«Nessuno può appropriarsi in maniera esclusiva di ciò che è di Dominio Pubblico, piuttosto ciascuno può prendere quel bene e goderne». Così si legge da anni nel nostro sito, e da qui inizia la nostra storia.
Mai come in questo momento la voglia di godere di quel bene, godere dell’arte e della magia del palcoscenico, si fa sentire con forte entusiasmo.