#ShortTheatre2021 e l’ambiente: quando l’Uomo alzerà lo sguardo oltre sé stesso

Articolo di Barbara Berardi

Thrift grows tenacious at the tide’s reach.
What is that reach when the water
is rising, rising?

Our melting, shifting, liquid world won’t wait
for manifesto or mandate, each
warning a reckoning.

Ice in our gin or vodka chirrups and squeaks
dissolving in the hot, still air
of talking, talking.

Pochi versi, chiari ed evocativi, definiscono l’immagine catastrofica di un pianeta consumato dall’egoismo, dalla presunzione e dalla voracità dell’Uomo. 

Still Life with Sea Pinks and High Tide è una poesia di Maura Dooley contenuta in una raccolta sulla crisi climatica, pubblicata dalla poetessa britannica Carol Ann Duffy sul The Guardian nel 2015.

Lo scopo era quello di stimolare la sensibilità dei lettori riguardo l’emergenza climatica, non solo con notizie ed articoli scientifici, ma soprattutto grazie alla irresistibile bellezza della poesia. 

Obiettivo comune risulta essere quello del progetto artistico Madalena Reversa, nella loro performance Rømantic Disaster, presentata nella sedicesima edizione del Festival Short Theatre 2021.

Maria Alterno e Richard Pareschi nel connubio tra teatro ed arti visive propongono un approccio diverso per affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico, discostandosi da quello politico e scientifico, affidando alla poesia il compito di coinvolgere intimamente lo spettatore, rendendolo maggiormente partecipe della crisi che il nostro pianeta sta vivendo. 

In collaborazione con i musicisti Donato Di Trapani e Lorenzo Tomino e il regista cinematografico Giulio Boato, i due giovani artisti, basando la propria ricerca sulla fusione tra luci, corpi, immagini di disastri ambientali e opere di Byron, Keats e Shelley, sfruttano il potere percettivo della poesia, lasciando così alle giovani generazioni e agli attivisti dell’oggi e del domani una nuova arma con cui battersi.
Dominio Pubblico ha avuto il piacere di incontrare la compagnia, cogliendo l’occasione per parlare del loro percorso artistico e di Romantic Disaster. Durante l’intervista abbiamo avuto la possibilità di confrontarci sul loro progetto: è in questa circostanza che ci hanno suggerito la raccolta di poesie pubblicate sul The Guardian.

 

Abbiamo poi partecipato all’incontro Assemblaggi catastrofici dove la compagnia ha incontrato lo studioso britannico David Higgins e un rappresentante degli attivisti di Fridays for Future Roma. Un confronto che abbiamo seguito con acceso interesse, anche nel momento in cui si è dovuto arrestare per permettere il passaggio del gruppo di donne che hanno preso parte al progetto di Amanda  Piña Procesión – Un ritual de agua. Una processione fra i cui scopi c’era anche quello di riscoprire e ritrovare il legame fra noi e l’ambiente circostante, attraverso l’elemento purificatorio dell’acqua. Mai interruzione fu più pertinente!

Nell’anno in cui The Voice This Time è il manifesto di un Festival che decide di mettersi in ascolto dei corpi e delle voci che denunciano, urlano, suonano, danzano, protestano contro tutte le discriminazioni e ingiustizie, anche la lotta per l’ambiente prende nuova forma e si unisce al grido collettivo.

I poeti romantici amavano la Natura e ne osservavano affascinati e terrorizzati i cambiamenti, interrogandosi sulla sua potenza distruttiva. Allo stesso modo noi oggi, dobbiamo impegnarci a percepire la sofferenza di un mondo inerme, dilaniato da incendi e inondazioni, ad ascoltare la sua flebile voce e a comprendere le nostre responsabilità per agire; e in questo ci può aiutare l’azione artistica che supera ogni confine. 

Lo stesso confine creato dai ghiacciai protagonisti della performance Rompere il ghiaccio dello studio di ricerca OHT│Office for a Human Theatre del regista teatrale Filippo Andreatta. Lavoro dove autobiografia, politica, geografia, dolore e amore si incontrano.

Questo progetto performativo riflette sulla natura sfuggevole di ogni idea di confine, come quello tra Italia e Austria quando nel 1919 si scelse uno spartiacque naturale, che coincideva con il ghiacciaio Gräfferner sul monte Similaun, per dividere le due nazioni. Confine che ha condizionato anche la vita umana, come quella dei nonni del regista, costretti a vivere separati quando nonno Enrico fu mandato al confino dai fascisti.

La scena spoglia si riempie di un’atmosfera nostalgica, grazie alla dolcezza del racconto estrapolato dalle lettere scambiate tra nonno Enrico e nonna Elsa e alla delicatezza dello jodel della performer e artista visiva Magdalena Mitterhofer.

Nel progetto così, oltre alla politica e agli affetti, si inserisce la tematica ecologica, ponendo l’attenzione sul riscaldamento climatico e il graduale scioglimento dei ghiacciai.

Abbiamo bisogno di trovare un compromesso affinché prenda atto una vera e propria rivoluzione. Affinché le manifestazioni e le proteste per una Terra che torni a respirare non rimangano inascoltate. 

Solo quando l’Uomo alzerà lo sguardo oltre sé stesso, pensando alla propria sopravvivenza non attraverso la distruzione; non ricreando, invadendo e inquinando ciò che lo circonda, ma pensando al proprio futuro come ad un incontro, un ascolto e una relazione tra gli Uomini e l’ambiente, allora lì, forse, potremo dirci vicini ad un più che necessario traguardo: un mondo che torni a vivere.