Strabismi Festival – «Qui siamo tutti matti.» A spasso nel paese delle meraviglie

Articolo di Clara Lolletti e Sheila Mirabile

«Buongiorno ragazzi.
Siete voi quelli che porteranno un po’ di vita in questo paesino?
Se è così, benvenuti!
»

Foto di Luca Guido

Sono passati solo alcuni istanti dal nostro arrivo ma già si può percepire l’atmosfera di questo luogo magico. Situata nel cuore dell’Umbria, Cannara sorge alla sinistra del fiume Topino, al centro della pianura della Valle Umbra, di fronte ad Assisi e Spello. Secondo la tradizione, il nome deriverebbe dalla presenza di abbondanti canneti che anticamente crescevano lungo la zona paludosa del fiume.

È proprio questo caratteristico paesino e i suoi spazi – dal Teatro Thesorieri all’Auditorium di San Sebastiano, passando per il Giardino Fiorito – ad aver ospitato, dal 18 al 26 settembre 2021, la settima edizione di Strabismi, Festival di teatro e danza contemporanea che – sotto la direzione artistica di Alessandro Sesti e di Silvio Impegnoso – da sette anni si fa casa di molti artisti provenienti da varie parti d’Italia, luogo di incontro e scambio per la creatività emergente della scena contemporanea.

 

 

 

Fiore all’occhiello del festival è stato Exotropia, “vetrina” dedicata a compagnie emergenti, selezionate a seguito di una call nazionale per presentare in anteprima i propri studi in fase di costruzione, davanti a un pubblico giovane e partecipe. Insieme a noi di Dominio Pubblico ci sono infatti i Dodici/Decimi – direzione artistica partecipata di Strabismi che si è occupata della selezione degli studi del bando Exotropia – e i ragazzi dello Spazio Kor di Asti, che come noi sono ‘’spettatori attivi’’ in formazione. Il nostro compito: visionare i sei studi e selezionarne, a fine festival, due da inserire all’interno del Dossier Generazione Risonanze di Risonanze Network.

Ci siamo messi in ascolto di ognuno dei lavori, cercando di coglierne le premesse e relazionandoci con le giovani compagnie. Preziosi sono stati gli incontri con gli artisti organizzati prima di ogni spettacolo, che ci hanno dato la possibilità di comprendere meglio le idee e gli obiettivi che hanno mosso il loro lavoro.

Particolarità rilevante del festival, di per sé quasi costitutiva, è che grazie al progetto Camere Con Svista­ – nato dall’incontro tra Strabismi e Dominio Pubblico – per otto notti abbiamo dormito in un ostello comunale situato proprio al centro di Cannara, condividendo spazi, pranzi e cene con tutti coloro che nei giorni hanno attraversato la manifestazione. Ecco allora che con gli artisti e con i ragazzi delle altre direzioni, il dialogo continua anche al di fuori dello spazio formale dell’incontro, gettando le basi per l’inizio di vere e proprie amicizie.

Foto di Francesco Agnello

 

Foto di Stefano Preda

Nel paese delle meraviglie è il sottotesto che accompagna questa edizione del festival e attorno al quale ruotano tutti gli eventi in programma. Una bolla di realtà in cui il tempo si dilata e lo spazio si annulla: persino il bianconiglio non ha più fretta. Il festival diventa così una fiaba da raccontare, scritta con una molteplicità di forme e linguaggi. La Alice che si perde nel Paese delle Meraviglie e per la quale il festival ha ricamato un posto centrale è Alice Conti della compagnia ORTIKA, presenza costante in questi nove giorni. Conosciuta ormai a livello nazionale, Alice Conti, oltre a presentare due lavori in apertura e in chiusura del festival, La Foresta di I Pesci/ORTIKA e STRAtroia, ha condotto un laboratorio aperto ai ragazzi delle direzioni partecipate presenti al Festival: Preparazione alla battaglia

Foto di Stefano Preda

Le rivoluzioni, si sa, vanno pensate con cura, e gli amori falliti bruciano dentro. Questi i temi al centro del laboratorio del quale siamo stati protagonisti. Guidati da Alice, in un paese delle “non-meraviglie”, siamo andati alla ricerca di armi da usare, di un manifesto da urlare, di ideali da dare alle fiamme. E poi il quinto giorno, al Teatro Thesorieri di Cannara, davanti ad un caloroso pubblico, è scoppiata la battaglia per la quale ci siamo preparati, la nostra personale battaglia. Noi attori e non attori, noi rivoluzionari, noi giovani in cerca di un posto nel mondo, abbiamo gridato la nostra necessità di dare alle fiamme ciò che non ci va giù. E sì, ci siamo sentiti bene. Ci siamo sentiti accolti in una programmazione destinata ad under 30, anche se non professionisti. Un po’ di farina a terra è ciò che è rimasto di questo meraviglioso gioco, insieme al piacere di un applauso. 

 

Foto di Luca Guido

Presenza costante a Strabismi, oltre ad Alice, è stato anche un tale Mario, che però nessuno ha mai visto davvero. Sappiamo solo che Mario Maria Mario è il presunto direttore artistico del Premio SceMario, concorso che ‘’bada a spese’’,  folle e poco ancorato alla realtà, che ogni pomeriggio anima senza troppo preavviso Cannara. Per l’edizione zero di quest’anno, gli artisti – tutti Mario o Maria – sono invitati a leggere capitoli da «Alice attraverso lo specchio» – ma allora è una fissazione! – di L. Carroll, venendo premiati, prima di ogni performance, con un telegatto di legno. Mario puntualmente non riesce ad arrivare in tempo per salutare i vincitori e incarica allora il direttore del Teatro Thesorieri Marco Andreoli, di porgere loro i complimenti e di consegnare il premio al suo posto. In un mondo in cui tutto viene preso troppo sul serio, questo  “festival nel festival” serve a ricondurci a una delle essenze del teatro: il gioco. Con questo assurdo premio viene data voce a chi voce non ne ha, per attribuire al concetto di “artisticità” una sfumatura più disinvolta e leggera. 

«Ma io non voglio andare fra i matti», osservò Alice.
«Be’, non hai altra scelta», disse il Gatto «Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.» «Come lo sai che sono matta?» disse Alice. «Per forza,» disse il Gatto: «altrimenti non saresti venuta qui»

Senza un po’ di follia non si potrebbero fare cose belle, e Strabismi Festival, con la sua Alice, con i suoi giovani rivoluzionari, con il suo SceMario, con i suoi Dodici/Decimi di vista nonostante la sua Exotropia, ne è stato  il chiaro esempio. 

Alice si risveglia dal paese delle meraviglie e così anche per noi arriva il momento di aprire gli occhi.

Via, è ora di andare via
Iniziano a guardarci male
Eppure mi sento da Dio

Ce ne andiamo con nelle orecchie L’ultima festa di Cosmo, nostra colonna sonora durante questi giorni. Con un carico di emozioni e ricordi ci mettiamo in macchina. Partiamo. Si crea un silenzio che dura un po’; cerchiamo di rielaborare tutto quello che abbiamo vissuto, tirando le somme di questa esperienza.

– Buon viaggio ragazzi. Ci vediamo l’anno prossimo, mi raccomando!
– Certo. Stiamo scherzando?!