Il mio corpo è (come) un monte

Articolo di Francesca Leserri

Eccoci a teatro! Pronti per entrare allo Spazio Rossellini – Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio per Il mio corpo è come un Monte di Giulia Odetto, progetto selezionato da Powered by Ref nuovo appuntamento dell’abbonamento #NOpresent di Dominio Pubblico.

Foto di Piero Tauro

All’ingresso in sala ci attente sul palcoscenico Lidia Lucianiseduta sulle sue gambe, insieme a Giulia Odetto  sulla destra insieme con il suo pc, per curare il sound e, sulla sinistra, Daniele Giacometti con la sua videocamera. Al polo opposto rispetto a Lidia, giacciono delle pietre. Ci troviamo di fronte a tre linguaggi differenti, e, in un certo senso, a tre spettacoli differenti seppur intrecciati all’unisono. 

Foto di Piero Tauro

Lidia comincia la sua performance mentre la voce di Giulia Odetto si sposa con il suo corpo, a descrizione di un bisogno emotivo e fisico che il corpo di Lidia restituisce: non rappresentare, bensì essere una montagna. Ci racconterà successivamente il suo tentativo di uscire da sè in quanto essere umano, dunque perdere il respiro che è il primo elemento evidentemente di scarto fra un essere umano e una montagna. 

Snoda il suo corpo, lo intreccia e lo sviluppa entrando in comunione con i sassi: viene attraversato dalla videocamera,  che proietta alle sue spalle, attraverso un panel,  la sua pelle e la pelle dei sassi. Siamo avvolti nel fruscio dei sassi che si sgretolano, nel movimento e nel suono del suo respiro. Forti rumori seguono come preludio di qualcosa che sta accadendo. Infatti Lidia è adesso stesa, sulla sinistra del palcoscenico, ricoperta di sassi. Lidia è adesso montagna e i sassi respirano attraverso il suo respiro. 

Il corpo dunque è lo strumento di realizzazione di un desiderio rappresentato dall’essere qualcosa che non può essere, ovvero un-altro-essere ma che si può conquistare con il potere del desiderio, così forte da concedere la percezione, perlomeno, di risultare l’irraggiunibile. 

Foto di Piero Tauro

Lo spettacolo è in realtà uno studio, frutto di diverse sperimentazioni. Noi siamo di fronte al secondo studio, già ben diverso dal primo. Cresce attraverso l’esperienza di residenze e scambi, in giro per l’Italia. 

Dopo lo spettacolo, ci apriamo al dialogo con gli artisti. Scopriamo, attraverso l’incontro, cosa vuol dire vivere le residenze, cosa vuol dire scambiarsi dunque l’atteggiamento, la postura e lo sguardo attraverso il quale è stato possibile lo studio. Ci raccontano per esempio che i sassi cambiano in base alle zone in cui si trovano. Per esempio, nel nostro caso, si tratta di tufo (trovandoci in territorio laziale) recuperato dalla campagna di una loro amica. 

La prospettiva che ci si è posta davanti è quindi di estrema apertura, a sottolineare l’importanza di contaminarsi sempre, ma soprattutto che una certa postura d’animo e di sguardo rendono possibile anche ciò che pare irrealizzabile. 

Intorno ad ottobre 2022 potrebbero essere pronti a proporre il loro prossimo e, probabilmente, ultimo e definitivo studio.

Non ci resta che attendere!

_____
Il mio corpo è come un monte

Spazio Rossellini, 20 e 21 aprile 2022
Abbonamento #NOpresent allo Spazio Rossellini

 

Progetto selezionato da Powered by REf 2021
Presentazione secondo studio
concept, testi e regia Giulia Odetto
con Daniele Giacometti, Lidia Luciani, Giulia Odetto
assistente alla regia e alla drammaturgia Antonio Careddu
video e luci Daniele Giacometti
ambientazione sonora Lorenzo Abattoir
con il tutoraggio di Filippo Andreatta