M: Umanizzare la disumanità

Articolo di Giulia Macrì

Se scrivo o dico M, a cosa pensate? A niente in particolare.
Ma se parlassi di un certo M negli anni Venti del secolo scorso?

E se vi dicessi che c’è uno spettacolo che racconta l’ascesa di M? Sì, quel M, Benito Mussolini, interpretato e rappresentato da una dualità: Tommaso Ragno attore principale e Massimo Popolizio, regista e interprete di un secondo Mussolini, un alterego Teatrante e narratore esterno, con altri sedici attori che gli ruotano attorno e interpretano personaggi diversi in ben 31 quadri storici.

M – Il figlio del secolo: un carosello dei sei anni compresi tra il 1919 e il 1925, dove ogni scena è caratterizzata da un titolo.

Nel talk con Popolizio, Lorenzo Pavolini e il resto della compagnia, a cui abbiamo partecipato come redazione #Youngboard di Dominio Pubblico prima di assistere allo spettacolo, nella Sala Squarzina del Teatro Argentina si è parlato del passaggio dal testo dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati (vincitore del Premio Strega) all’adattamento teatrale, curato da Pavolini. È emersa la compressione testuale dei personaggi in funzione della rappresentazione storica. Protagonista è infatti l’epoca e non i personaggi, rappresentati con una coralità spiazzante per dipingere il quadro complessivo. Rispetto al romanzo, Popolizio si è infatti servito della terza persona e di un ordine cronologico diverso.

Ce ne usciamo dal Talk carichi di aspettativa . . .Neanche un’ora e siamo già comodi in sala per vedere lo spettacolo!

La platea è piena, i palchi anche: fuori c’è ancora fila! Tra il pubblico, anziani, adulti, e noi ragazzi e ragazze di Dominio Pubblico: un gruppo a metà tra gli ultimi anni  del liceo e la fine dell’università, curioso di scoprire  prospettive diverse e in attesa di assistere a una narrazione teatrale nuova di ciò che è stato il ventennio fascista.

Il sipario si apre, lo spettacolo mantiene un’energia sempre alta, con costumi e scene curate nel minimo dettaglio.

Ogni quadro analizza sia il lato umano dei singoli protagonisti che quello storico più dettagliato: conosciamo sulla scena i personaggi, da Matteotti eroe “tenero”, a Margherita Sarfatti amante intellettuale e carismatica, a Balbo, D’Annunzio e a Mussolini stesso, inizialmente più umano che mai e lontano dalla figura storica del duce. Tutti i personaggi in scena mostrano le proprie fragilità.

Foto di Masiar Pasquali

Una storia che non si conosce mai abbastanza, ricca di retroscena e dalle dinamiche complesse, un periodo che  racchiude talmente tanti accadimenti: Fiume, la rivoluzione socialista, lo squadrismo, la censura, la Marcia su Roma (quest’anno ricorre il centenario), e altro ancora.

Vediamo un Mussolini prima essere umano, poi teatrante e poi politico. Il tutto condito con un tono ironico e leggero, per rappresentare l’inizio del ventennio con fare tragicomico, raccontando sì l’orrore che è stato, ma rendendolo un po’ meno orrendo.

Foto di Masiar Pasquali

Mussolini è teatrante, si serve del mezzo teatrale per comunicare alla folla, come un attore.

L’intero spettacolo è un tentativo di umanizzare la disumanizzazione, mostrare i meccanismi che portano a sfaldare la comunità e valorizzare il singolo, privandolo del pensiero per l’altro, dell’ascolto del prossimo.

In ogni personalità narrata nello spettacolo, che sia il dittatore Mussolini o l’eroe Matteotti, c’è prima di tutto una persona, che ama, pensa e  vive nelle sue fragilità e insicurezze. 

____

M – Il figlio del secolo

Teatro Argentina, 4 marzo – 3 aprile 2022
Abbonamento #NOpresent al Teatro di Roma

uno spettacolo di Massimo Popolizio
tratto dal romanzo di Antonio Scurati
collaborazione alla drammaturgia Lorenzo Pavolini
con Massimo Popolizio e Tommaso Ragno
e con Sandra Toffolatti, Paolo Musio, Raffaele Esposito, Michele Nani
Tommaso Cardarelli, Alberto Onofrietti, Riccardo Bocci, Diana Manea
Michele Dell’Utri, Flavio Francucci, Francesco Giordano
e con Gabriele Brunelli, Giulia Heathfield Di Renzi
Francesca Osso, Antonio Perretta, Beatrice Verzotti