Requiem per Pinocchio: il mistero di un Enigma

Articolo di Cecilia Cerasaro

 

I ragazzi e le ragazze di Dominio Pubblico seguono Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi della compagnia Teatro Valdoca nel lungo corridoio che dall’ingresso porta verso la sala del Teatro India. Chiacchiere sommesse. Qualcosa nell’atmosfera del luogo, forse il bel pomeriggio primaverile là fuori o l’aura austera della drammaturga e del regista, ci fanno stare in silenzio

La maggior parte di noi non ha mai assistito a uno spettacolo della compagnia e non sa cosa aspettarsi, ma siamo lo stesso incuriositi dalla presenza in cartellone di artiste di cui abbiamo molto sentito parlare e che ci sorprende di trovare insieme: Chiara Bersani, Silvia Calderoni.

Finalmente le porte della sala ci vengono aperte per il talk con la compagnia, che precede lo spettacolo. Qui proviamo il primo moto di meraviglia, quando vediamo sul palco senza sipario dell’India un lenzuolo completamente coperto di spruzzi di sangue. Una leggera inquietudine pervade l’ambiente, che pare una scena del crimine. Al centro del lenzuolo è posizionata una branda su cui è appoggiato un burattino di legno dalle dimensioni umane che sembra essere stato bruciato. Ecco spiegato quel misterioso “Requiem per Pinocchio” nel titolo che tanto ci aveva incuriositi.

Ci sistemiamo davanti a questa inquietante opera d’arte per il nostro talk. Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri stanno molto attenti a non rispondere troppo precisamente alle nostre domande: non vogliono condizionare il nostro sguardo, e poi il loro spettacolo sembra molto difficile da spiegare. Silvia Calderoni ci confessa che di solito lei da spettatrice non legge i fogli di sala e ci invita a fare lo stesso, a liberare la mente e lasciarci sorprendere. D’altronde Ronconi chiarisce da subito che una drammaturgia vera e propria non c’è, che ogni artista ha avuto una buona dose di libertà nella scelta delle azioni teatrali. Il testo poetico di Gualtieri, lungi dall’assomigliare a una scaletta per gli avvenimenti in scena, si colloca fra le tante forme artistiche della danza, del canto, della recitazione, della musica, presenti sul palco.

La compagnia ci dà tuttavia alcune suggestioni sulle energie che animano la loro attività in scena e durante le prove, che, ci fanno sapere, si sono svolte durante la pandemia, che molto ha influito sul tono dello spettacolo. Gualtieri e Ronconi ci raccontano di quando loro avevano la nostra età, di quando, durante l’università, hanno iniziato a fare teatro quasi per caso, del loro viaggio in Polonia e del loro incontro con Grotowski. Silvia Calderoni parla invece del suo di inizio, della sua formazione nell’ambito della compagnia Teatro Valdoca, di come, dopo anni di lontananza da questa realtà, sia stata contattata da Ronconi, insieme a Chiara Bersani, proprio per la messa in scena di uno spettacolo che partisse dall’opera di Collodi.

Mentre li ascoltiamo perplessi ci avvisano però che della trama della fiaba di Pinocchio rimane nello spettacolo veramente poco, così come della sua morale e dei suoi intenti. Ci invitano a non pensare agli attori e alle attrici come interpreti di un personaggio specifico, sebbene i gesti di Silvia Calderoni si ispirino a Pinocchio stesso, mentre la figura di Chiara Bersani e le parole di Mariangela Gualtieri siano pensate in relazione alla Fata Turchina.

Il tempo è agli sgoccioli e la compagnia deve prepararsi per lo spettacolo. Ci alziamo dalle sedie ancora più confusi di quanto non fossimo all’inizio: c’erano diecimila altre domande che avremmo voluto fare, ma adesso sappiamo che parte del gioco è decifrare l’enigma per conto nostro.

Inutile dire che alla fine non ci riusciamo. Lo spettacolo rimane per noi un mistero. Azioni sceniche si inseguono e si sovrappongono. Emergono diverse anime, diverse menti e diversi corpi di Teatro Valdoca e non. Le parole di Mariangela Gualtieri escono dalla bocca di Chiara Bersani, fata degli animali e regina della natura, mentre alle loro spalle Silvia Calderoni e Matteo Ramponi (forse Mangiafuoco? Forse un’entità indefinita o un concetto astratto?) combattono su uno sfondo di spade appese sul fondale, poi le voci delle cantanti Silvia Curelli ed Elena Griggio, poi il compianto di Calderoni sul letto di morte di Pinocchio-burattino, rappresentazione di un’infanzia selvaggia e perduta.

Il tutto rimane molto poco comprensibile, accompagnato però da scelte registiche e scenografiche d’impatto: il lago di sangue, le luci sparate, contribuiscono a mettere lo spettatore in una posizione scomoda. Quello che resta è un’impressione, una meditazione filosofica che prende la forma di un sacro rito misterico.

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Illustrazione di Giulia Macrì

ENIGMA
Requiem per Pinocchio

Teatro India, 19 – 27 marzo 2022
Abbonamento #NOpresent al Teatro di Roma

regia, allestimento e luci Cesare Ronconi
testo originale Mariangela Gualtieri
con Chiara Bersani, Silvia Calderoni, Mariangela Gualtieri, Matteo Ramponi
e con al canto Silvia Curreli, Elena Griggio
musiche dal vivo di e con Attila Faravelli, Ilaria Lemmo, Enrico Malatesta