Nottuari: l’oscura retrospettiva dell’animo umano

Nottuari, del regista e drammaturgo Fabio Condemi, non è un semplice spettacolo teatrale ma una vera e propria struttura labirintica composta da differenti tele narrative ispirate alle opere dello scrittore e saggista di letteratura horror contemporanea Thomas Ligotti, che prendono vita all’interno di uno spazio scenografico geometrico e spigoloso, pallido e privo di anima. Ad abitarlo saranno le vicende di tre differenti personaggi – interpretati da Carolina Ellero, Julien Lambert, Francesco Pennacchia – portatori del seme che feconderà tutte le inquietanti visioni dello spettacolo, facendo germogliare il terrore, quello che fa luce sulla parte più oscura dell’essere umano.

Tutto comincia in modo apparentemente tranquillo: un uomo elegante dai movimenti insoliti e uno  sguardo vitreo e minaccioso, presenta un semplice quiz avvalendosi di un grande schermo. Questo  indovinello accompagnerà quell’adrenalina benevola presente in  ciascun spettatore ad ogni inizio spettacolo. Da questo esatto punto verrà innescato un vortice di sensazioni latenti che porterà ad un  climax  composto da  pochi ma essenziali elementi: incubi, omicidi e un costante senso di auto annullamento. Ma sopratutto una reiterata ossessione verso l’icona della Medusa. La Gorgone dell’antica mitologia greca sembra infatti avere un significato particolare per l’autore. 

ph: Claudia Pajewski

Ciò che rende Nottuari ancor più particolare è l’amplificazione del fattore emotivo  e che sostiene l’interpretazione dei performer, sono  i complessi  elementi illuminotecnici e scenotecnici dello spettacolo; la scena sembra nutrirsi di uno sguardo cinefilo: all’interno dello spettacolo nulla viene mai lasciato al caso e ogni scena è accompagnata da un movimento ottico che sembra guidare lo sguardo dello spettatore – incantato dai frequenti  cambi di luce e di scenografia molto precisi che, similmente alla macchina da presa, riescono a far trapelare  una visione nascosta e celata all’interno dello stesso spettacolo. Ci si muove in punta di piedi con il cuore ansimante e man mano che si avanza all’interno della storia, continuerà a predominare un’unica sensazione: il costante senso di fuga davanti  all’orrore del reale. Ma non si potrà far nulla se non assistere inermi,  senza poter sfuggire alla sensazione di essere obbligati ad osservare l’orrore, con gli occhi fissi sulla scena, in un crescendo di sentimenti contrastanti. 

Ad ogni inizio corrisponde sempre una fine che chiude il cerchio. Nel caso di Nottuari lo spettacolo termina con dei consigli, quasi un manifesto del pessimismo, che riporta lo sguardo dello spettatore su quello stesso  schermo bianco (che poi bianco non è.. altro non è che un’illusione) e a quell’enigma che ci è stato rivelato al principio; come se non fosse successo nulla.. come se fosse stato tutto un brutto incubo.  

Nottuari dunque è proprio questo: una costante instabilità emotiva, il tentativo di  fuggire da  qualcosa, su una strada impervia dove anche se cerchi di restare in  equilibrio ti porterà inevitabilmente a crollare, a specchiarti nella tua immagine riflessa  fino a scendere  nella profondità del tuo stesso io e restare pietrificato. 

Michela Califano – Redazione Dominio Pubblico U25

L’incontro con la compagnia di Nottuari, con regista Fabio Condemi e lo scrittore Andrea Morstabilini
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Silvia Fabbri della Redazione U25 incontra e intervista il regista Fabio Condemi e lo scrittore Andrea Morstabilini