ottobre 31, 2023

Il mio quartiere è il più bello del mondo – Poesie e Playlist

Cammino fiero

Cammino fiero,

cammino a testa alta

Porto in mano un ramo d’ulivo

e il corpo sulle mie spalle

e cammino, e cammino

Il mio cuore è una luna rossa

il mio cuore è un giardino

pieno di bacche e basilico.

Le mie labbra sono un cielo che gronda a volte fuoco,

a volte amore

Porto in mano un ramo d’ulivo

e il corpo e sulle mie spalle

e cammino, e cammino.

Desiderio di pace

 

(Samih al-Qasim)


Ode alla pace

Sia pace per le aurore che verranno,

pace per il ponte, pace per il vino,

pace per le parole che mi frugano

più dentro e che dal mio sangue risalgono

legando terra e amori con l’antico

canto;

e sia pace per le città all’alba

quando si sveglia il pane,

pace al libro come sigillo d’aria,

e pace per le ceneri di questi

morti e di questi altri ancora;

e sia pace sopra l’oscuro ferro di Brooklin, al portalettere

che entra di casa in casa come il giorno,

pace per il regista che grida al megafono rivolto ai convolvoli,

pace per la mia mano destra che brama soltanto scrivere il nome

Rosario, pace per il boliviano segreto come pietra

nel fondo di uno stagno, pace perché tu possa sposarti;

e sia pace per tutte le segherie del Bio-Bio,

per il cuore lacerato della Spagna,

sia pace per il piccolo Museo

di Wyoming, dove la più dolce cosa

è un cuscino con un cuore ricamato,

pace per il fornaio ed i suoi amori,

pace per la farina, pace per tutto il grano

che deve nascere, pace per ogni

amore che cerca schermi di foglie,

pace per tutti i vivi,

per tutte le terre e le acque.

Ed ora qui vi saluto,

torno alla mia casa, ai miei sogni,

ritorno alla Patagonia, dove

il vento fa vibrare le stalle

e spruzza ghiaccio

l’oceano. Non sono che un poeta

e vi amo tutti, e vago per il mondo

che amo: nella mia patria i minatori

conoscono le carceri e i soldati

danno ordini ai giudici.

Ma io amo anche le radici

del mio piccolo gelido paese.

Se dovessi morire mille volte,

io là vorrei morire:

se dovessi mille volte nascere,

là vorrei nascere,

vicino all’araucaria selvaggia,

al forte vento che soffia dal Sud.

Nessuno pensi a me.

Pensiamo a tutta la terra, battendo

dolcemente le nocche sulla tavola.

Io non voglio che il sangue

torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:

ed io voglio che vengano con me

la ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio, il fabbricante di bambole

e che escano a bere con me il vino più rosso.

Io qui non vengo a risolvere nulla.

Sono venuto solo per cantare

e per farti cantare con me.

 

(Pablo Neruda)


Ce n’ho abbastanza

ce n’ho abbastanza per comprarmi una bottiglia di vodka

un chilo di arance un amburg il pane tondo una birra

un pacchetto di marlboro.

E poi mangio l’amburg col pane tondo tostato e

bevo la birra e fumo la marlboro e poi spremo due

arance con la vodka.

E poi esco e incontro la più grande figa della mia

vita con gli occhi verdi e le ciglia nere e la bocca

rossa e le mani nervose e decidiamo cazzo di non

fare nessun film di non scrivere nessuna stronzata di non recitare

nessuna cagata e di non andare in campagna

e di non occuparci della casa né della merda né dei

capelli né dei comunisti.

Io butto nel fiume il trench di mio fratello

io compro i biglietti per la partita roma-river plate

io raccolgo gli occhi nella spazzatura

io accompagno mio figlio nel paradiso totale

senza nessun pericolo né gas né elettricità né politica

né bicchieri né coltelli né stanze di pavimento.

E lei scompare come le ore e appare come le ore

e me ne frego della pensione e me ne frego di morire

me ne frego dei fascisti e dovunque mi sdraio sogno

e ho sempre voglia di baciarla e gli alberi

respirano e le nuvole di merda si spaccano

e da dentro partono razzi luminosi

e dovunque sono vivo e non ho nessuna paura

né dei rinoceronti né dei serpenti né degli appuntamenti

e butto via l’elmetto e esco dalla trincea delle spalle di piombo

e mando affanculo tutti gli stronzi cagacazzi della terra

e grido come un’arancia stellare

e viaggio nella luce dell’ananas e cago cicche d’oro

sulla faccia dei nazi-igienisti maledetti

puliscicessi. Buttare via il tempo della vita

a lucidare i bidè e conservare i bicchieri

e sorridersi a culo sbarrato e invecchiare

come i più stronzi prima di noi.

Maledetti cagoni falsi e vigliacconi.

lei apparirà. Bruciando i tampax dell’anima sanguinante.

apparirà con gli occhi verdi e ciglia nere e bocca rossa

anima luminosa come arcobaleno puro

radice che spiega con tutta la chiarezza perché questa merda è merda

e finirò di vivere la vita con la paura di vivere la vita.

 

(Victor Cavallo) 


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