Parole parole parole

Dopo aver visto “Antonio e Cleopatra” di Tiago Rodriguez, sono uscita da teatro satura di parole, di troppe parole. L’emozione si perdeva tra le mani degli attori troppo impegnati a guidare immaginari personaggi sul palco e a raccontare la loro storia attraverso la ripetizione dei loro nomi : Antonio e Cleopatra.

A svegliarmi dall’anestesia di parole è stato il momento in cui i due attori onniscienti sono entrati nei corpi, fin’ora immaginari, di Antonio e Cleopatra, dandogli forma ed emozione, svanite troppo presto però. Ed eccoli ritornare ad essere cronisti di una partita giocata tra ottimi giocatori. La palla non cadeva mai, rimbalzava tra i due, senza quasi un respiro. E io avrei voluto cadesse quella palla, per vedere la sconfitta e la voglia di farcela, per vedere un’emozione ,magari andare fuori campo per poi sfiorarmi, e invece niente palle fuori campo, niente ginocchia sbucciate, niente falli, una partita senza ostacoli.

Ecco, Antonio e Cleopatra è stata una partita perfetta, troppo perfetta, decisa a tavolino, solo per il gusto di giocare, di giocare troppo bene, senza le ginocchia sbucciate.

Barbara Petti

DAL 5 AL 15 SETTEMBRE 2018
SHORT THEATRE – ROMA
Provocare Realtà