Due Addetti alle Pulizie: immagini e parole delle scuole

Asia Orrù, Liceo Ripetta

Quella che inizialmente può sembrare una scena innocua, senza niente di speciale si rivela invece fitta di dettagli quasi raccapriccianti. I protagonisti sono due persone semplici che se le si vedesse per strada non attirerebbero in alcun modo l’attenzione ed è proprio questo che rende il loro ruolo nella storia ancora più paradossale. Lo spettacolo si svolge inizialmente attraverso dialoghi semplici, ordinari che vanno dai soldi, alla vita privata ai commenti sul poco rapporto dei due personaggi. Più avanti si cominciano però ad affrontare discorsi più inerenti al lavoro che fanno, al perché non incontrino mai nessuna delle persone che lavorano con loro. Quando poi si viene a scoprire che “i capi” sanno più di quello che gli viene detto si arriva alla fine dello spettacolo. Il finale è improvviso e che lascia con il fiato sospeso ma che si addice perfettamente all’atmosfera generale inquietante dello spettacolo.

Stella Manni

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Questa rappresentazione teatrale ci mostra come la storia di due comunissimi addetti alle pulizie possa essere resa interessante e possa coinvolgere a pieno lo spettatore.
I due protagonisti infatti si ritrovano spesso a vivere situazioni potenzialmente pericolose a causa della sospetta identità del loro capo; quest’ultimo gli assegna il compito di ripulire il “lavoro sporco” da lui svolto senza ulteriori chiarimenti.
Ho trovato particolarmente suggestiva e carica di emozioni la scena finale; durante la quale gli attori si avvicinano gradualmente alla telecamera fino a lasciare lo spettatore al finale con una pesante angoscia dovuta alle scene finali.

Luisa Salvatori

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Matilde Sergio, Liceo Ripetta

L’inquietudine che si prova alla vista della scena si alterna a momenti in cui ci si trova a sorridere per le paranoie del ragazzo o per le risposte secche e obiettive della collega.
Quella pozza infinita di sangue, di cui si riesce quasi a sentire l’odore mentre i due cercano di pulirla in fretta, fa percepire la disperazione e l’angoscia che entrambi provano pur avendo caratteri totalmente opposti.

Mia Fabrizi

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Credo che il silenzio sia la marcia in più. I momenti di pausa e di completa quiete sono il punto di forza dello spettacolo. È ciò che dà suspense e incrementa il senso di ansia e di inquietudine. È quiete prima della tempesta.
La storia è incalzante e viva, i due personaggi sono il giorno e la notte, loquace e silente, turbolento e controllata, espansivo e solitaria.

Margherita Barba

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Marianna Zanca, Liceo Caravillani

Per iniziare bisogna ammettere che l’inizio dello spettacolo potrebbe far rimanere un po’ confusi. Non si capisce subito chi siano i due protagonisti,

perché stiano pulendo e se quello che stanno pulendo sia effettivamente sangue. La prima cosa che si nota, però, è la netta differenza che c’è tra i due personaggi dal punto di vista caratteriale. Mentre la ragazza è più schietta, diretta e che tende ad adattarsi alla situazione in cui si trova, il ragazzo è più timoroso, meno diretto e decisamente meno sicuro di sé e del lavoro che si ritrova a fare. 

Nonostante ciò, più si va avanti con lo spettacolo e più si trovano le risposte alle possibili domande che, come ho detto, ci si potrebbe fare all’inizio. 

Si può osservare anche l’evoluzione dei personaggi, in particolare del ragazzo. Per una serie di eventi, si ritrova infatti a prendere in mano la situazione e a puntare una pistola contro la ragazza quando invece qualche minuto prima si ritrovava ad essere addirittura zittito da lei.
E’ interessante poi la presenza della cosiddetta “rottura della quarta parete” avvenuta nel momento in cui alla fine dello spettacolo il ragazzo, cercando un contatto con i suoi “capi” o chiunque li stesse spiando, parla direttamente alla telecamera e quindi con il pubblico stesso. Ciò ha permesso un finale pressoché enigmatico e che lascia tanti dubbi quanto l’inizio stesso dello spettacolo.  

Elena Lami

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Sofia Barbizzi, Liceo Ripetta

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In uno scenario semplice, quasi scarno, due addetti alle pulizie sono occupati a togliere macchie di sangue dal pavimento. Tra i due comincia un dialogo da cui emerge da subito la loro diversità: la ragazza, senza porsi domande, svolge il suo lavoro chiusa in un silenzio a tratti ostile; il ragazzo si mostra invece spaventato e dubbioso di quello che sta facendo, ponendo a se stesso, e indirettamente alla ragazza, interrogativi che però sembrano non trovare una risposta. Sulla scena aleggia un’atmosfera di inquietudine e minaccia, dubbi e incertezze prendono il sopravvento, lasciando l’enigma finale su chi siano realmente i colpevoli e se tra questi non ci siano anche i due protagonisti con il loro silenzio indifferente.

Valentina Greco

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Claudia Elena Panunzi Ripetta

 

Il velo di silente inquietudine, 

di brusca paura,

che avvolge e cela un’atroce verità, 

è macchiato di vermiglio sangue.

Giulia Marasco

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Giulia Organtini, Liceo Caravillani

Il silenzio diventa minaccia e pura paura. L’inquietudine generale anima l’opera e i nostri pensieri.

Francesco Salatino

Un spettacolo vivo, che racconta una situazione macabra con eleganza e fluidità. I due personaggi rappresentano figure semplici ma tese e il rapporto fra i due è costantemente delineato da pause e silenzi che regalano allo spettatore angoscia ed eccitazione. La compagnia delle Ore Piccole è riuscita ad esprimere al meglio una storia breve e misteriosa.

Palma Biadene

Due addetti alle pulizie: commedia e tragedia, quotidianità e mistero, responsabilità e timore, ansia e tensione, silenzio e caos. La scena gira intorno ad una macchia di sangue che più viene pulita via più lascia un segno nella vita dei personaggi quanto nella nostra, testimoni e partecipi del loro dilemma morale. Macabro e coinvolgente.

Martina Laviero

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Il silenzio si dilata e diventa protagonista. I gesti e le parole significano altro. Da una situazione che apparentemente è banale e quotidiana, si percepisce una palpabile atmosfera d’inquieta minaccia. I personaggi scendono a compromessi che li portano giorno dopo giorno ad un degrado morale, ma la consapevolezza si fa strada nelle loro anime. Un terzo personaggio, invisibile, acquista pian piano una forte consistenza.

Andrea Stefano

Due addetti pulizie, uno spettacolo in cui chi guarda si trova a dover combattere con se stesso. Non ci sono più buoni e cattivi, giusto e sbagliato diventano una cosa sola e una situazione di per sé già complicata (se così può dirsi) si trasforma in un vero e proprio rebus in cui lo spettatore non sa più da che parte stare. Un grande esempio di thriller psicologico; bellissimo.

Gaia Scoarughi

Ho trovato il punto focale dello spettacolo Due Addetti alle Pulizie essere la psicologia, sia quella dei personaggi che vediamo che quella delle persone “dietro le quinte” per sì dirsi, ma non sono la psicologia, di un certo ragionamento a noi incomprensibile (si spera) il che porta un che di innovativo al concetto dwl personaggio in generale. Per questo -soprattutto- ma per moltissimi altri aspetti ho trovato lo spettacolo veramente bellissimo.

Sofia Belcastro

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Giorgia Passarelli, Liceo Caravillani

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