ottobre 31, 2023

L’arte dei tramonti – Poesie e Playlist

All’alba il dolore è stanco

All’alba il dolore è stanco

il corpo si abbandona sulla terra umida.

Lento dalla ferita sorge il sole

mentre la notte ha già preso il largo su una scialuppa

di fortuna.

Forse questa giornata approderà su un colle

e gli uomini si chineranno a raccogliere

frutti di generazioni mandate al sacrificio.

Sono venuto nel tuo paese con il cuore in mano

Espulso dal mio,

Un po’ volontariamente e un po’ per bisogno

Sono venuto,

Siamo venuti per guadagnarci da vivere,

Per salvaguardare la nostra sorte,

Guadagnare il futuro dei nostri figli,

L’avvenire dei nostri anni già stanchi,

Guadagnarci una prosperità

che non ci faccia vergognare,

Il tuo paese non lo conoscevo

E’ un immagine…

Un miraggio, credo, ma senza sole…

Siamo arrivati qui ad informare,

con un canto di follia nella testa…

E già la nostalgia e i frammenti del sogno…

Sopravviviamo tra l’officina

o il cantiere e i pezzi del sogno

Il nostro cibo, la nostra dimora

Dura l’esclusione

Rara la parola rara la mano tesa.

 

(Tahar Ben Jelloun)


Litania per la sopravvivenza

Per quelle di noi che vivono sul margine

Ritte sull’orlo costante della decisione

Cruciali e sole

Per quelle di noi che non possono lasciarsi andare

Al sogno passeggero della scelta

Che amano sulle soglie mentre vanno e vengono

Nelle ore fra un’alba e l’altra

Guardando dentro e fuori

E prima o poi allo stesso tempo

Cercando un adesso che dia vita

A futuri

Come pane nelle bocche dei nostri figli

Perché i loro sogni non riflettano

La fine dei nostri

 

Per quelle di noi

Che sono state marchiate dalla paura

Come una ruga leggera al centro delle nostre fronti

Imparando ad aver paura con il latte di nostra madre

Perché con questa arma

Questa illusione di poter essere al sicuro

Quelli dai piedi pesanti speravano di zittirci

Per noi tutte

Questo istante e questo trionfo

Non era previsto che noi sopravvivessimo

 

E quando il sole sorge abbiamo paura

Che forse non resterà

Quando il sole tramonta abbiamo paura

Che forse non si alzerà domattina

Quando abbiamo la pancia piena abbiamo paura

Dell’indigestione

Quando abbiamo la pancia vuota abbiamo paura

Di non poter mai più mangiare

Quando siamo amate abbiamo paura

Che l’amore svanirà

Quando siamo sole abbiamo paura

Che l’amore non tornerà

E quando parliamo abbiamo paura

Che le nostre parole non verranno udite

O ben accolte

Ma quando stiamo zitte

Anche allora abbiamo paura

 

(Audre Lorde)


La fine e l’inizio

Dopo ogni guerra

c’è chi deve ripulire.

In fondo un po’ d’ordine

da solo non si fa.

C’è chi deve spingere le macerie

ai bordi delle strade

per far passare

i carri pieni di cadaveri.

C’è chi deve sprofondare

nella melma e nella cenere,

tra le molle dei divani letto,

le schegge di vetro

e gli stracci insanguinati.

C’è chi deve trascinare una trave

per puntellare il muro,

c’è chi deve mettere i vetri alla finestra

e montare la porta sui cardini.

Non e’ fotogenico

e ci vogliono anni.

Tutte le telecamere sono gia’ partite

per un’altra guerra.

Bisogna ricostruire i ponti

e anche le stazioni.

Le maniche saranno a brandelli

a forza di rimboccarle.

C’è chi con la scopa in mano

ricorda ancora com’era.

C’è chi ascolta

annuendo con la testa non mozzata.

Ma presto

gli gireranno intorno altri

che ne saranno annoiati.

C’è chi talvolta

dissotterrerà da sotto un cespuglio

argomenti corrosi dalla ruggine

e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.

Chi sapeva

di che si trattava,

deve far posto a quelli

che ne sanno poco.

E meno di poco.

E infine assolutamente nulla.

Sull’erba che ha ricoperto

le cause e gli effetti,

c’è chi deve starsene disteso

con la spiga tra i denti,

perso a fissare le nuvole.

 

(Wisława Szymborska)


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