Ancora sconfinamenti

Un pentolone di parole ribollono sul fuoco di Attraversamenti Multipli: site specific, riqualificazione, crossdisciplinare, spazio urbano.

Arrivo a Largo Spartaco pensando che è un nome ambizioso: apro wikipedia e scopro che per Karl Marx Spartaco è stato l’uomo più folgorante della storia antica.

Arrivo con due ospiti al seguito, ignari di tutto, e anch’io non sapevo dove stavo andando. C’è un grande palazzo boomerang, una piazza, alberi illuminati di verde, poche sedie. Riconosco un volto che mi ricorda All In, sorridente con tanti capelli ricci, Alessandra di Margine Operativo, praticamente la madre di questo festival.

Chi beve birra, chi chiacchiera, chi sembra in viaggio zaino in spalla; non è il pubblico che aspetta di entrare, sono solo persone in piazza, ci sono mamme, figli, vecchietti seduti sulle panchine. Ci raduniamo intorno ad Alessandro Carboni che ci accoglie e introduce Unleashing Ghosts from Urban Darkness: insieme ai performer, partiamo all’esplorazione dello spazio intorno a noi osservando, scoprendo nei loro corpi quello che i loro occhi hanno visto. Con lo sguardo i danzatori guidano il pubblico intorno al palazzo boomerang e si passano la palla, uno dopo l’altro catturano piccoli frammenti di città, vetrine, cancelli, piante.

Passo dopo passo il quartiere viene tirato dentro la performance; le danzatrici incrociano il proprietario del tabacchi, la coppietta che guarda le vetrine, il gruppo di ragazzi che con un misto di curiosità e provocazione ci seguono come se fossimo animali allo zoo, guardano noi che guardiamo loro che ci guardano attraverso il telefono: uno sguardo libero rimbalza veloce ricercando i significati.

Seguendo l’ultimo danzatore scendiamo la rampa di Garage Zero, dove tutti i perfomer come tanti atomi radunano insieme i frammenti di città che hanno trovato e li spargono nello spazio; in libera improvvisazione si creano geometrie, agglomerati che suggeriscono forme e immagini, si compongono e subito si disperdono.

Sul muro bianco uno schema mette in formula i corpi e i movimenti: si chiama EM (embodied map) Tools ed è, come Caboni ci racconta dopo gli applausi, un metodo coreografico articolato in quattro principi (osservazione, cattura, estrazione e trasmissione), che l’artista ha sviluppato negli anni e che porta in giro nei suoi laboratori. L’ultima sequenza del metodo, spiega, è scritta con una B, sta per birretta. Risaliamo tutti insieme la rampa che adesso è puntellata di candele. Si è fatto buio, e si continua a sconfinare.

 

Maria Costanza Dolce

DAL 15 AL 29 SETTEMBRE 
ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI 2018
 #Sconfinamenti