#YOUNGBOARD – oltre #TdRonline: Radio India e i suoi Sette concerti di Capodanno

«Allora ci vediamo alle 15:30 al Teatro India!».
Ogni volta che mi organizzavo con i miei amici per andare al Teatro India, due erano i sentimenti contrastanti che provavo: da una parte la scocciatura per arrivare a teatro – «Mamma mia che noia prendere bus, tram, treno, e poi quel tratto a piedi bruttissimo per il lungotevere Gassman», non che sia meglio per chi arriva in macchina: «Dove parcheggio?!?» – e dall’altra la gioia di raggiungere quel luogo – «Però che bello che è qua… Tutto lo spazio del cortile esterno… Il murales di Pasolini… L’anfiteatro… L’edificio… Che bello!».
Sapere di stare andando al Teatro India rende il viaggio meno pesante, soprattutto perché sai di andare a vedere uno spettacolo di teatro. Tornarci in questi giorni, dopo così tanto tempo dalla chiusura dei teatri, per me è stato bellissimo. Non ti senti mai fuori posto al Teatro India!
Ma non è per uno spettacolo di teatro che io, Alex, Cecilia e Clara siamo andati! In questi giorni, Radio India trasmetterà Sette concerti di Capodanno: ogni sera, dal 28 dicembre al 3 gennaio, verranno trasmessi estratti di sonetti, operette, racconti, interviste e tanto altro, con tantissimi ospiti! Claudia Castellucci, Valerio Mannucci, Elena Biserna, Carlo Cansas e tanti altri, accompagnati dalle musiche di DJ Marcelle e DJ Diaki.

La redazione di Radio India

Noi troopers abbiamo fatto alcune domande ai presenti, disturbandoli nel bel mezzo di una riunione – ma hey, fa parte dello sporco mestiere del giornalista!
«Ma scusate, che cos’è Radio India?».
«Radio India nasce all’interno di Oceano Indiano, progetto di residenza artistica ideato dalla nuova direzione artistica del Teatro India. – ci racconta Leonardo Delogu di DOM-, mentre passeggiamo nello spazio aperto del teatro – L’idea di una radio è nata prima della pandemia; poi, con il primo lockdown di marzo, ci è sembrata la risposta più adatta per riflettere su come riorganizzare e pensare il teatro.» DOM- è tra i gruppi fondatori di Radio India, assieme a Industria Indipendente, Muta Imago, Fabio Condemi, Michele Di Stefano, Daria Deflorian, e con la collaborazione di Riccardo Festa, Matteo Angius e della consulente artistica del Teatro India Francesca Corona. Dopo le prime due edizioni – la prima durante la quarantena nazionale, la seconda in estate con la riapertura dei teatri – questa terza edizione porta avanti e amplia un discorso già avviato: «Vogliamo differenziarci dalle trasmissioni radiofoniche convenzionali e portare al pubblico non solo musica, ma vere e proprie esperienze sonore. Sette concerti sta a significare che ogni serata sarà caratterizzata da una propria autonomia artistica, allo stesso tempo però faranno tutte parte di un unico “movimento”, un’immersione dentro un immaginario sonoro che è composto da contributi di singoli artisti, sia esterni che facenti parte della redazione di Radio India, che hanno lavorato collettivamente per creare un’esperienza unica.».
Ok, ma di chi stiamo parlando? Di artisti come Tomàs Saraceno, chiamato dalla Festa di Roma appositamente per Capodanno per proporre la sua nuova opera; oppure di Claudia Castellucci, della Societas Raffaello Sanzio, che proporrà una esperienza sonora realizzata dal vivo; ci saranno poi rubriche di vario genere, come Firmamento, una ricerca di archivio di poeti e poetesse scomparse, oppure le letture del calendario da parte dell’astrologa Stefania Marinelli; una serie di consigli di lettura da parte di Valerio Mannucci, alcune proposte radiofoniche di Elena Biserna, e interviste di vario genere come quella fatta ai ragazzi di Fridays for Future, che racconteranno della loro esperienza sul campo di battaglia del cosiddetto climate_for_change.

E chi gioca in casa cosa propone? Ci ha risposto Erica Z. Galli di Industria Indipendente: «Stiamo lavorando ad un dramma comune ognuno con gli stessi strumenti, in continuo confronto. Assieme a Martina Ruggeri, l’altra “testa” di Industria Indipendente, stiamo pensando ad alcune incursioni musicali tra le varie proposte radiofoniche, che possano dare il loro contributo alla tematica specifica di questi Sette concerti. Non solo, quindi, musica di accompagnamento, ma musica che crei un nuovo tipo di drammaturgia.»

Pausa caffè con Riccardo Festa

«Ma io non ho capito perché questi concerti…cioè, che senso ha?» Arriva repentina la risposta di Riccardo Festa, tra i responsabili della direzione di Radio India: «Ci è stato chiesto dalla Festa di Roma di realizzare un progetto radiofonico per Capodanno. Dato che a Capodanno c’è la tradizione del concerto di fine anno, avevamo pensato di moltiplicare per sette questo concerto; ogni volta con un andamento sinfonico diverso, dall’allegro, al largo, all’allegro con fuoco, eccetera.» «Volevamo legare in qualche modo le due edizioni precedenti di Radio India» prosegue Matteo Angius, anche lui parte della direzione, «unendoci tutti insieme per poi sparire. Vale a dire meno presenza autoriale, più apertura verso ospiti esterni sia italiani che internazionali, facendo un passo indietro per lasciare spazio a una programmazione condivisa.» Non che le edizioni precedenti non siano piaciute per la loro autorialità, anzi! Tutti gli intervistati hanno ribadito quanto Radio India abbia avuto successo tra il pubblico, sia con gli affezionati ma anche con i nuovi ascoltatori, che hanno avuto modo di scoprire una realtà quale il Teatro India che prima, magari, ignoravano – «Ma come, ignoravano l’esistenza di un teatro nazionale?» È un discorso un po’ difficile, magari ne parliamo un’altra volta…

E quindi, perché sintonizzarsi su Radio India per Sette concerti di Capodanno? «Perché sono sette emersioni che hanno ognuna degli umori differenti» ci risponde Erica Z.Galli; e Riccardo Festa rilancia «Perché è un prodotto originale, pensato per questo particolare periodo storico, che vuole riflettere sul linguaggio e sui modi di produrre arte… E poi perché i programmi sono fighissimi!»

Ombre di troopers sul calar del sole

Con il sole che cala dolcemente sul Gasometro, noi della troop decidiamo infine di lasciare il Teatro India, lasciando i membri della radio finalmente liberi di lavorare senza essere importunati. Chissà, magari un giorno li rivedremo dal vivo, magari addirittura sul palcoscenico. Chissà… Nel frattempo ci sintonizziamo tutti su Radio India, questo è poco ma sicuro!

 

«… Aspetta, ma io volevo chiedere-» basta così ragazzi, l’articolo è finito, torniamo a casa.

 

Davide Notarantonio